adibiti a biblioteche. infine una
ricostruzione virtuale della Colonna
permette di osservare da vicino i
bassorilievi e la campagna militare che
essi raccontano: la conquista della
Dacia, l’attuale romania, da parte
dell’imperatore traiano. Un racconto
straordinario che si conclude con la
morte del re Decebalo e il trionfo
dell’imperatore.
(Visita assolutamente consigliata se si viene a Roma con i bambini)
LE CASE ROMANE DEL CELIO
Indirizzo: Clivo di Scauro
Telefono: 06 70454544
Apertura: Tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Martedì e Mercoledì chiuso
Costo: intero 6 € - ridotto 4 €
Durata Visita: 1 ora circa
Dopo aver percorso di nuovo Via dei Fori Imperiali e riammirato il Colosseo ci avviamo verso il Celio per visitare le CASE ROMANE. Riaperte al pubblico nel 2002, costituiscono uno straordinario complesso archeologico che permette di avere l’idea della vita quotidiana in età romana. Tradizionalmente questi ambienti vengono considerati appartenenti alla domus in cui i santi Giovanni e Paolo vissero e subirono il martirio all’epoca di Giuliano l’Apostata (361-363). Gli oltre venti ambienti ipogei sono disposti su diversi livelli e presentano affreschi che vanno dal III secolo al Basso Medioevo. Oltre alla casa di III secolo, restano tracce della precedente insula, il tipico caseggiato popolare romano, ma anche un impianto termale, in cui si conserva l’affresco raffigurante Dioniso e Teti in ambiente marino. Vi è allestito anche un museo con i reperti trovati nell’area occupata dalla basilica.
CIRCO MASSIMO
Indirizzo: Via dell'Ara Massima di Ercole
Durata Visita: 1 ora e 30 minuti circa
È il più importante monumento in absencia di Roma: non resta infatti che lo spazio di 600x200 metri, in cui Tarquinio Prisco, avrebbe costruito il famoso circo ai piedi del Palatino. Trasformato più volte nel corso dei secoli, Augusto vi innalzò l’obelisco di Ramses II che oggi campeggia in piazza del Popolo. Ricostruito da Traiano intorno al 100 d.C. (resti verso piazza di Porta Capena), fu restaurato da Costantino che vi pose un altro obelisco, quello di Tutmes III, oggi in piazza San Giovanni in Laterano. Con una capienza di 300.000 spettatori, restò in uso fino al 549.
DA SAPERE: Stando alla leggenda, fu durante una delle gare in onore del dio Conso che avvenne il celeberrimo Ratto delle Sabine narrato da Tito Livio come escamotage dei romani per la procreazione della propria gens.
PARCO DEGLI ACQUEDOTTI
Indirizzo: Via Lemonia di fronte al B&B ACQUEDOTTI ANTICHI
Durata Visita: 1 ora e 30 minuti circa
Adesso vi proponiamo una passeggiata breve e/o brevissima che servirà solo a raggiungere una delle numerose panchine del Parco per rilassarsi ammirando la Storia e magari bevendo un po' dell'acqua che alimenta le più belle fontane di Roma!
DA SAPERE: Stando alla leggenda fu proprio in questa area che avvenne la celeberrima pacificazione dopo il Ratto delle Sabine narrato da Tito Livio come escamotage dei romani per la procreazione della propria gens.
Qui le Donne sabine divenute oramai mogli e madri di Romani si posero a barriera fra i padri/fratelli sabini venuti a vendicarne il Ratto ed i mariti/padri romani dei loro figli.
A questo punto della giornata non ci resta che tornare in camera presso B&B ACQUEDOTTI ANTICHI che dista meno di 100 metri dal parco Degli Acquedotti e prepararsi per la serata.
A DOMANI!
SECONDO GIORNO: ROMA MEDIEVALE
Esiste un luogo comune difficile da sconfiggere ed è quello secondo il quale a Roma sia cosa ardua trovare luoghi della città medievale. Naturalmente si tratta di una falsità, poiché il Medioevo è ancora molto presente e, pur se le più importanti testimonianze di quell’epoca si trovano in musei e chiese, anche semplicemente passeggiando per le strade se ne può respirare l’atmosfera.
In questo senso un ideale percorso può partire dalla zona di Trastevere, dove restano alcuni scorci medievali, come gli imperdibili Piazza Santa Cecilia e Vicolo dell’Atleta. Si può quindi attraversare il Tevere e passare per le strade del Ghetto e da qui alla popolare zona di Campo de’ Fiori, dove si nasconde un’altra splendida cristallizzazione di una Roma sparita: il cosiddetto Arco degli acetari.
Per gli appassionati dei mosaici, delle architetture e dei chiostri medievali, poi, lunghissimo sarebbe l’elenco che va dal Mausoleo di Santa Costanza a Sant’Agnese, dalla chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Santa Sabina alle tre vicinissime Santa Maria Maggiore, Santa Pudenziana e Santa Prassede, tutte sull’Esquilino. Inoltre, nelle chiese romane è possibile ammirare i capolavori dei più grandi artisti attivi in città a cavallo tra ‘200 e ‘300: Arnolfo di Cambio con i suoi splendidi cibori (Santa Cecilia e San Paolo fuori le Mura), Pietro Cavallini (Santa Cecilia e Santa Maria in Trastevere), Jacopo Torriti (Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano) e Filippo Rusuti (Santa Maria Maggiore). Altri contesti architettonici e pittorici decisamente ancorati al Medioevo sono, infine, tutti nella stessa zona, la Basilica di San Clemente, per la sua struttura in superficie e per quella sotterranea, quella dei Santi Quattro Coronati, per l’oratorio di San Silvestro e il suo chiostro, ed infine quella di Santo Stefano Rotondo.
Anche per questo secondo giorno romano abbiamo selezionato delle tappe per permettervi di godere delle immagini più significative della Roma medievale.
LE TAPPE del secondo giorno
Anche oggi sveglia e colazione servita in camera per rilassarsi ancora un po' prima di intraprendere un nuova scoperta di Roma, tappa odierna è la Roma medievale ed in particolare TRASTEVERE.
Si parte dalla fermata della metro A SUBAUGUSTA ( biglietti, panini ed acqua e scarpe comode!) si scende alla fermata REPUBBLICA poche decine di metri su Via Nazionale e troviamo la fermata dell'autobus 64 che ci lascia a poche decine di metri da piazza Santa Maria in Trastevere...
BASILICA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE
Indirizzo: Piazza S. Maria in Trastevere
E-Mail: donmatteo@santamariaintrastevere.org
Telefono: 06 5819443
E-Mail prenotazioni: donmatteo@santamariaintrastevere.org
Telefono prenotazioni: 06 5819443
Apertura: Tutti i giorni dalle 7,30 alle 20
Durata Visita: 1 ora circa
In questo luogo nel 38 a.C. sarebbe avvenuta un’eruzione di olio dal terreno, forse petrolio, successivamente interpretata come annuncio della venuta del Messia. L’evento spinse papa Callisto I a fondarvi una chiesa, poi ingrandita. Stando a questa notizia sarebbe la più antica chiesa di Roma aperta al culto. L’aspetto architettonico attuale è quello datole nel XIII secolo da Innocenzo II, a cui si devono anche le committenze dei mosaici in facciata e in abside. Alla fine del ‘500 l’architetto Martino Longhi aggiunse le cappelle laterali e quella di lato all’abside per il cardinale Marco Sittico Altemps.
VICOLO DELL'ATLETA E SINAGOGA MEDIEVALE
Indirizzo: Vicolo dell'Atleta
Durata Visita: 1 ora circa
Nei pressi della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, esiste questo piccolo viottolo, che deve il suo nome al ritrovamento nel 1844 della celeberrima statua dell’Apoxyomenos, copia romana da Lisippo raffigurante un atleta che si deterge, oggi ai Musei Vaticani. Al n. 14 della stessa via, inoltre, è possibile vedere una casa medievale (XIII-XIV), che nella loggetta in alto presenta una colonnina con l’iscrizione in ebraico che ne ha permesso l’identificazione con un’antica sinagoga.
CHIESA DI SANTA MARIA IN COSMEDIN
Indirizzo: Piazza Bocca della Verità 18
E-Mail: santamariaincosmedi@gmail.com
Telefono: 06 6787759
Apertura: Tutti i giorni dalle 9.30 alle 17
Durata Visita: 1 ora circa
Si attraversa il biondo Tevere e passeggiando si arriva a Piazza Bocca della Verità.
La Chiesa sorge sopra l’ara massima di Ercole, identificata con il blocco tufaceo in cui è scavata la cripta della chiesa. Nacque nel III secolo come diaconia di Santa Maria in schola Graeca (ancora oggi è gestita dalla chiesa cattolica greco-melchita), fu ingrandita nell’VIII secolo sotto Adriano I e, grazie alle sue decorazioni, si guadagnò il titolo di “Kosmidion” (=ornamento). Modificata più volte nel Medioevo, all’inizio del ‘700 Giuseppe Sardi la dotò di una facciata barocca, rimossa a fine ‘800 da Giovenale che ripristinò quella romanica.
...è ora di pranzo ci si ferma!...panini bibite li abbiamo manca solo un caffè , seduti al tavolino all'esterno di un bar, per riposare le stanche membra e godersi le emozioni del viaggio.
E' ora si riparte...siamo di nuovo a Via dei Fori Imperiali
BASILICA DEI SANTI COSMA E DAMIANO
Indirizzo: Via dei Fori Imperiali 1
E-Mail: tor@terzordine.it
Telefono: 06 6920441
Apertura: Tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
Durata Visita: 1 ora circa
Venne realizzata nel VI secolo da papa Felice IV a cui l’imperatore Tedorico donò gli antichi edifici della biblioteca del foro della Pace e dell’aula del Tempio del Divo Romolo. Fondendo queste due strutture classiche venne ricavata la chiesa dedicata ai due fratelli medici greci, in contrasto con il culto dei Castori, titolari del vicino tempio sulla via Sacra. L’aspetto attuale è quello datole al tempo di Urbano VIII nel Seicento. Celeberrima per il mosaico di VI-VII secolo in abside, nell’aula a sinistra della chiesa è ancora visibile la parete su cui un tempo erano le 150 lastre di marmo della Forma Urbis con la pianta della città.
In questa Chiesa troviamo la famosa Bocca della Verità
Si tratta di una scultura classica ( realizzata nell' 1 a.C) ancora oggi molto misteriosa. Non se ne conosce con certezza il soggetto (Oceano, un oracolo, un fauno o Giove Ammone), e nemmeno la sua originaria funzione, fontana o sorta di tombino (forse quello della vicina Cloaca Massima). La sua fama si deve alla leggenda medievale secondo la quale la Bocca della Verità venne costruita dal mago Virgilio per i mariti e le mogli che volevano sincerarsi della fedeltà del coniuge: coloro che avrebbero mentito avrebbero perso la mano dopo averla inserita nella bocca della scultura.
CHIESA DEI SANTI QUATTRO CORONATI
Indirizzo: Via dei Santissimi Quattro Coronati 20
E-Mail: monacheosasantiquattro@tin.it
E-Mail prenotazioni: monacheosasantiquattro@tin.it
Apertura: Tutti i giorni dalle 6.30 alle 12.45 e dalle 15.00 alle 19.45
Durata Visita: 1 ora circa
Dedicata ai soldati martiri di Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino, il primo complesso risale al V secolo. Nel Medioevo, fu una fortezza papale lateranense. A metà del IX secolo , Leone IV la trasformò in una Basilica con un chiostro di fronte, caratterizzato da un piazzale, una torre, unica nel suo genere a Roma, e aggiunse l'oratorio di Santa Barbara. La struttura fu gravemente danneggiato durante l'invasione normanna nel secolo XI e i restauri hanno ridotto la struttura della metà, aggiungendo però il monastero.
DA SAPERE: Nel 1084 Roberto il Guiscardo invase la città e appiccò fuoco in questa zona. Il Sacco di Roma avvenne nell’ambito della lotta per le investiture, storico scontro tra l’imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII.
BASILICA DI SAN PIETRO IN VINCOLI
Indirizzo: Piazza di San Pietro in Vincoli 4a
Telefono: 06 97844950
Apertura: Tutti i giorni dalle 8 alle 12.30 e dalle 15 alle 18
Durata Visita: 1 ora circa
Nota anche come basilica eudossiana, venne costruita nel 442 su una domus romana per volontà di Licinia Eudossia, moglie di Valentiniano III e figlia di Teodosio II. Il titolo della chiesa si deve alle reliquie delle catene (in latino vincula) con cui sarebbe stato imprigionato nel carcere Mamertino san Pietro. L’aspetto attuale della chiesa è quello dei restauri di Giulio II che a inizio ‘500 ristrutturò l’intero complesso. L’importanza della basilica è in gran parte dovuta al Mosè di Michelangelo conservato al suo interno nella Tomba di Giulio II realizzata tra il 1505 ed il 1543. Fu il progetto più ambizioso della carriera di Michelangelo, durò circa 40 anni, fu profondamente ridimensionato rispetto all’idea iniziale e alla fine dopo interminabili vicende e litigi con il committente e i suoi eredi venne collocato in una chiesa “minore” come San Pietro in Vincoli invece che al centro della Basilica di San Pietro come da progetto. Lo stesso artista parlò di questa committenza come della «tragedia della sepoltura». Delle oltre 40 statue iniziali ne vennero realizzate 7, di cui solo 3 scolpite dal maestro, la più celebre delle quali è certamente il famosissimo Mosè (1513-15).
DA SAPERE: Proprio al Mosè è legata una delle più famose leggende su Michelangelo che, secondo il racconto, terminata la statua la colpì con un martello e, per la perfezione delle sue forme, esclamò:«Perché mi guardi e non favelli?».
BASILICA DI SANTA PRASSEDE
Indirizzo: Via di Santa Prassede 9a
Telefono: 06 4882456
Telefono prenotazioni: 06 4882456
Apertura: Tutti i giorni dalle 7 alle 12,30, dalle 16 alle 18.30
Durata Visita: 1 ora circa
Già esistente nel 489, la chiesa venne ricostruita da Pasquale I (817-824) spostata rispetto al sito originario per il timore di un crollo e abbellita con i celeberrimi mosaici della cosiddetta “rinascenza carolingia”. L’ingresso più comune è oggi quello laterale, ma in facciata presenta un interessante protiro medievale, al di là del quale è leggibile il quadriportico paleocristiano utilizzato nei secoli persino come deposito.
Di notevole impatto l’intervento degli anni ’60 del XVI secolo voluto dal cardinal Borromeo (futuro San Carlo) che modificò profondamente la chiesa in senso controriformistico.
Siamo arrivati alla fine della nostra giornata medievale l'ultima tappa ci colloca vicino alla fermata metro A di Piazza Vittorio riprendiamo la metro scendiamo a Subaugusta e ci rilassiamo nella nostra camera fresca e pulita (al B&B ACQUEDOTTI ANTICHI le camere vengono riassettate ed interamente pulite tutti i giorni) una doccia e poi la sera ci attende!
A DOMANI!
TERZO GIORNO: ROMA RINASCIMENTALE
Siamo a Roma già da 3 giorni ed abbiamo visto un terzo della storia di questa città...adesso è chiaro il nome di Città Eterna!
La sveglia è già suonata e la colazione è pronta tra poco inizia il nostro tour...oggi ci immergiamo nel Rinascimento!
Sembra incredibile ma la Roma Rinascimentale è assai più vasta di quella antica tanto da farci affermare , senza tema di smentita, che sia davvero impossibile pensare di poter vedere tutta l’arte rinascimentale in città, figlia della stagione più celebrata della storia dell’arte in un’epoca in cui i papi di Roma commissionarono alcune delle opere più belle e famose di sempre.
Partendo dall’architettura civile, si devono ricordare Palazzo Venezia, che in qualche modo aprì la nuova età, e i palazzi dei Penitenzieri, della Cancelleria, Massimo e Farnese, che sono solo alcuni dei capolavori che arricchirono la città tra ‘400 e ‘500. Tra le chiese imperdibili per la loro struttura o per ciò che conservano, San Pietro in Montorio con Sebastiano del Piombo e per lo splendido Tempietto di Bramante, di cui va ammirato anche il Chiostro di Santa Maria della Pace, nella cui chiesa si ammirano gli affreschi di Raffaello. E continuando con il grande pittore umbro, come dimenticare, sul Tevere, la fantastica Villa Farnesina, in cui lavorarono altri grandissimi nomi come Peruzzi, Sodoma e Sebastiano del Piombo. Un percorso tutto loro meriterebbero le opere di Michelangelo: il Mosè della Tomba di Giulio II in San Pietro in Vincoli, la Pietà del Vaticano e rimanendo in zona i Musei Vaticani con la volta Sistina e l’incredibile Giudizio Universale. Ma nella visita, che permette di vedere capolavori d’ogni epoca, si apprezza tanto altro Rinascimento: gli altri cicli pittorici della Cappella Sistina, con Signorelli, Botticelli, Perugino, Ghiarlandaio; le opere di Raffaello e le sue magnifiche Stanze, l’Appartamento Borgia decorato da Pinturicchio e i tanti dipinti conservati nella pinacoteca (Leonardo, Raffaello, Melozzo, ecc.). Infine, senza allontanarsi troppo, una passeggiata in Castel Sant’Angelo permette di vedere le decorazioni di Perin del Vaga.
Quindi come avrete ben compreso anche per la scoperta di Roma Rinascimentale vi proponiamo una serie di tappe dalla mattina alla sera...ovviamente tralasciamo le tappe ai Musei Vaticani- San Pietro ampiamente descritte in altri post su questo blog per proporvene alcune meno note ma comunque splendidamente rappresentative della Roma Rinascimentale che oggi conosceremo.
Sono le ore 08.00 al B&B ACQUEDOTTI ANTICHI la colazione è pronta, caffè caldo torta, frutta fresca, biscotti succo di frutta insomma una buona scorta di energia per affrontare sua Maestà: il RINASCIMENTO.
La fermata metro A di Subaugusta è il nostro punto di partenza...e scendiamo alla fermata Flaminio per recarci a Piazza del Popolo.
LE TAPPE del terzo giorno
BASILICA DI SANTA MARIA DEL POPOLO
Indirizzo: Piazza del Popolo 12
Telefono: 06 3610836
Apertura: Feriali: dalle 7 alle 12 e dalle 16 alle 19. Festivi: dalle 8 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.15
Durata Visita: 1 ora circa
Questa Chiesa addossata a porta del Popolo, ha il suo fianco sulle mura di cinta della città. Sorge sull’antico luogo del Mausoleo dei Domizi Enobarbi, in cui era sepolto l’imperatore Nerone. Qui fu costruita una cappella nel 1099, ingrandita nel 1227, ma sostanzialmente ricostruita sotto Sisto IV tra 1472 e 1477, probabilmente da Andrea Bregno, e affidata agli agostiniani della congregazione lombarda. Dopo le aggiunte decorative barocche all’interno e in facciata, all’inizio dell’ ‘800 Valadier distrusse l’antico convento nella risistemazione della piazza e della salita al Pincio. All'interno, nella
Cappella Cerasi, troviamo dei dipinti del Caravaggio nella Cappella Chigi invece troviamo dipinti di Raffaello Sanzio.
Cappella Chigi
Realizzata intorno al 1513-1514, venne progettata da Raffaello che fornì cartoni e disegni di tutte le decorazioni per il banchiere senese Agostino Chigi. È costituita da uno spazio cubico chiuso da una cupola decorata a cassettoni dorati e mosaici con Dio Padre circondato dalle allegorie del Sole e gli altri pianeti. Gli affreschi tra le finestre con Storie della genesi e i pennacchi con le Stagioni sono di Salviati (1550), mentre sull’altare è la bellissima Nascita della Vergine di Sebastiano del Piombo e dello stesso Salviati. Completano la pregevole decorazione le sculture di Lorenzetto (Giona ed Elia), le tombe piramidali dei Chigi e le sculture del secolo seguente di Bernini (Daniele e il leone e Abacuc e l’angelo), che mise mano anche all’architettura della cappella per il futuro Alessandro VII Chigia.
GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA A PALAZZO BARBERINI
Indirizzo: Via delle Quattro Fontane 13
E-Mail: sspsae-rm.gnaa@beniculturali.it
Telefono: 06 4814591
Telefono prenotazioni: 06 4824184
Apertura: Martedì-Domenica dalle 8.30 alle 19.30. Lunedì chiuso
Costo: intero € 5 - ridotto € 2,50
Durata Visita: 2 ore circa
Il palazzo è legato alle vicende della famiglia Barberini che nel 1623 vide salire al soglio pontificio Urbano VIII. Carlo Maderno iniziò i lavori nel 1627 ampliando la preesistente villa Sforza, dal 1629 gli subentrò Bernini. Partecipò al cantiere anche il giovane Borromini: sua la famosa scala elicoidale. Le decorazioni interne si devono a Pietro da Cortona e Andrea Sacchi. Il palazzo venne acquistato dallo Stato nel 1949. È oggi sede, insieme a Palazzo Corsini, della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, con un percorso che si snoda su due piani per oltre 20 sale.
Opere da vedere:
Fornarina
Artista: Raffaello Sanzio
Realizzazione: intorno al 1520
È uno dei dipinti più celebri della collezione. Si tratterebbe del ritratto di Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere, famosa per essere stata l’amante e la modella di Raffaello. La fanciulla, ritratta seminuda come una Venere, identificazione confermata dal mirto sul retro, pianta sacra alla dea, ha sul braccio sinistro un braccialetto con la scritta Raphael Urbinas.
Giuditta e Oloferne
Artista: Caravaggio
Realizzazione: 1599
Lo splendido dipinto mostra il momento in cui la giovane vedova Giuditta, assistita dalla sua fantesca, sta decapitando il generale assiro Oloferne, con un probabile riferimento allegorico alla vittoria sul vizio e sull’eresia. L’opera venne ritrovata nel 1950, quando ormai la si riteneva perduta.La Galleria conserva anche la tela con Narciso, attribuita a Caravaggio (ma anche al meno noto Spadarino), che raffigura il giovane mentre si specchia per rimirare la propria bellezza.
Trionfo della Divina Provvidenza
Artista: Pietro da Cortona
Realizzata tra il 1632 1639
È una delle più celebri decorazioni a fresco del barocco. Pietro da Cortona decorò la volta del salone principale del palazzo, seguendo il progetto dell’erudito Francesco Bracciolini, celebrando l’apoteosi della Divina Provvidenza e soprattutto della famiglia Barberini le cui api dello stemma compaiono al centro del soffitto. ...oggi si mangia al museo infatti torniamo su Via del Corso 305 per entrare a Galleria Doria Pamphilj fermandoci per adesso alla caffetteria Doria del piano terra. ..e dopo la pausa ristoratrice si visita per tutto il pomeriggio:
GALLERIA DORIA PHAMPHILJ
Indirizzo: Via del Corso 305
Telefono: 06 6797323
Apertura: feriali dalle 9.00 alle 19.00 la biglietteria chiude alle 18.15
Costo: intero € 10,50 - ridotto € 7,50
Durata Visita: 4 ore circa
La Galleria ospita un gran numero di capolavori seicenteschi (opere di Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Jan Bruegel, Jusepe Ribera, Velázquez, Claude Lorrain, Gaspard Dughet) e notevoli pezzi rinascimentali (Tiziano, Raffaello, Garofalo, Lorenzo Lotto, Pieter Bruegel, Correggio, Parmigianino).
Ai dipinti si affiancano i busti marmorei (alcuni eseguiti da Alessandro Algardi e da Gian Lorenzo Bernini) ed un nucleo cospicuo di sculture antiche, dall'età arcaica a quella ellenistica.
Questa visita ci ha già introdotto alla Roma del giorno dopo....ma di questo parleremo più ora bisogna riposarsi....siamo giunti in camera, il B&B ACQUEDOTTI ANTICHI vi augura buon riposo....a domani!!
QUARTO GIORNO: ROMA BAROCCA
È la veste più “sfacciata” della città, la meno nascosta e la più sfolgorante. Non è possibile camminare per il centro di Roma senza imbattersi in uno dei capolavori dell’arte barocca: per capirlo basta passare per Piazza Navona con la splendida Fontana dei Fiumi di Bernini e la Chiesa di sant’Agnese con le sue bellissime sculture; ad un passo si è a Sant’Ivo alla Sapienza con l’immaginifica guglia di Borromini o a Palazzo Spada, dove si può ammirare la sua illusionistica prospettiva. Dei due grandi maestri si possono apprezzare le architetture sul Quirinale dove, una accanto all’altra, si trovano la Sant’Andrea berniniana e il San Carlo alle Quattro Fontane borrominiano. E poi, naturalmente, San Pietro, con il colonnato di Gian Lorenzo, ma anche l’interno, in cui l’artista inserì il celeberrimo Baldacchino, la Cattedra di San Pietro e i monumenti funebri pontifici. Ma Bernini è ovunque, nel programma delle statue di Ponte Sant’Angelo e a Sant’Andrea delle Fratte e poi, non si possono mancare le splendide Estasi di Santa Teresa a Santa Maria della Vittoria né quella di Ludovica Albertoni in San Francesco a Ripa.
Una tappa speciale è rappresentata da Galleria Borghese, al cui interno si conservano alcune tra le sculture di Bernini più celebri e i dipinti di Caravaggio e Domenichino. Caravaggio merita un percorso tutto suo, da San Luigi dei Francesi a Santa Maria del Popolo, dai Musei Capitolini alle Gallerie Barberini e Corsini.
Gli appassionati di pittura, invece, non devono perdere i fantastici “sfondati” affrescati nella volte delle chiese di Sant’Andrea della Valle (Lanfranco), di Sant’Ignazio (Andrea Pozzo), del Gesù e dei Santi Apostoli (Gaulli), ma anche in Palazzo Barberini, con il magnifico Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona. Con quest’ultimo nome, si può completare il tour che non deve mancare le sue architetture, su cui spicca la bellissima facciata di Santa Maria della Pace, che con la piazza compone un perfetto insieme di urbanistica teatrale.
Anche per questa Roma individueremo delle tappe molte cose che abbiamo citato sono presenti nei nostri occhi già dai giorni precedenti infatti è chiaro come le varie Rome si mescolino continuamente e convivano in tutti gli angoli.
LE TAPPE del quarto giorno
- Durata Visita: 1 ora circa
Straordinaria scenografia urbana, Piazza Navona è uno dei luoghi più celebri della città. La sua caratteristica forma ovale ricalca direttamente l'antico perimetro del sottostante stadio di Domiziano. Costruito dall'imperatore Domiziano prima dell'86 d.C., lo stadio era utilizzato per gare ginniche e, insieme a un vicino Odeon destinato a gare e prestazioni musicali, veniva a costituire un vero e proprio complesso sportivo-culturale. Lungo 275 metri e largo 106, lo stadio poteva contenere fino a 30.000 spettatori. Alcuni resti delle imponenti costruzioni sono ancora visibili in un palazzo in piazza di Tor Sanguigna o negli ambienti sotterranei della chiesa diSant'Agnese in Agone. A partire dal Quattrocento la zona intorno alla piazza cominciò a svilupparsi, con la costruzione di chiese, ospedali, ospizi e palazzi nobiliari. Le case e le torri medioevali, edificate sulle gradinate dello stadio romano fin dal XIII secolo, furono sostituite e trasformate negli edifici rinascimentali e poi in quelli barocchi, in un continuo e affascinante processo di stratificazione che ha conferito alla piazza l'inconfondibile aspetto attuale. Il nome della piazza deriverebbe dai giochi 'agonali' (gare ginniche) che vi si tenevano ma, probabilmente, potrebbe riferirsi all'usanza, sopravvissuta fino all'Ottocento, di allagare il fondo concavo per le sfilate degli equipaggi dei prelati e dei principi ad agosto, in ricordo delle antiche 'naumachie' (battaglie navali). In queste occasioni, i banchi del mercato rionale che vi era tradizionalmente ospitato venivano rialzati da terra, in modo da consentire l'allagamento. La piazza ospitava inoltre feste e processioni: il Duca Valentino nel 1500 vi celebrò il proprio trionfo in veste di Cesare, gli Spagnoli introdussero il tradizionale sparo di 'mortoretti' per la processione di Pasqua, si cominciò a giocare alla 'cuccagna'.
DA SAPERE: Occupa lo spazio dell’antico Stadio di Domiziano (tracce sul lato di via piazza Tor Sanguigna), costruito per volere dell’imperatore nell’85 d.C e che si estendeva per 275x100 metri.
FONTANA DEI QUATTRO FIUMI
Il contesto urbano nel quale è inserita la Fontana, opera di Gian Lorenzo Bernini, è costituito da uno spazio - quello di piazza Navona - frutto di interventi sovrapposti e integrati nel tempo che hanno impresso tracce storiche ininterrotte, ancora riscontrabili nelle architetture che prospettano sulla Piazza. Qui l’antico stadio di Domiziano (costruito nel periodo tra l’81 e l’86 d.C.) rappresenta tuttora, nella città moderna, la matrice formale e dimensionale riconoscibile.La Fontana, voluta da Papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), assume un ruolo centrale nel programma urbanistico e edilizio del Pontefice, che individua in piazza Navona il luogo più rappresentativo per magnificare la grandezza del suo papato. La Piazza, infatti, è oggetto di una imponente risistemazione che comprende anche la costruzione di Palazzo Pamphilj e della Chiesa di S. Agnese in Agone.Innocenzo X, nei primi anni del suo pontificato, progetta, infatti, di far edificare al centro della Piazza (nel posto in cui c’era un “beveratore” per i cavalli) la più maestosa e monumentale fontana mai realizzata a Roma e il primo affidamento per i lavori è testimoniato da un chirografo papale dell’11 aprile 1647 con il quale il Pontefice dispone che l’acqua dell’acquedotto Vergine sia portata in Piazza Navona prima che essa giunga a Fontana di Trevi e che Francesco Borromini sia l’architetto incaricato della progettazione dei lavori. Gian Lorenzo Bernini, però, subentra a Borromini nell’incarico (1648) dopo aver sottoposto al Papa un modello in argento della Fontana che viene subito accolto. L’artista realizza numerosi disegni e modelli, alcuni dei quali ancora conservati, e per la esecuzione del monumento si avvale di alcuni suoi collaboratori abituali, scultori e scalpellini, ai quali affida l’attuazione del progetto, sotto il suo diretto controllo.Gli elementi in travertino, interamente scolpiti in opera, vengono eseguiti da un gruppo di scalpellini capeggiati da Giovanni Maria Fracchi: alcune fonti testimoniano che Bernini rifinisce personalmente le parti raffiguranti la scogliera, gli animali e la vegetazione. E' nota l’estemporaneità nel modo di procedere di Bernini: spesso, infatti, il risultato artistico è frutto della coincidenza tra ideazione e progettazione, che si saldano nell’opera grazie alla sua completa padronanza dei mezzi tecnici. Le statue in marmo dei Fiumi: Nilo (eseguito da Giacomo Antonio Fancelli), Gange (da Claude Poussin), Danubio (da Antonio Raggi), Rio de la Plata (da Francesco Baratta) e gli stemmi papali vengono lavorati fuori opera, successivamente assemblati e posizionati sulla scogliera, che fa da basamento a un obelisco egizio in granito sormontato da una colomba in bronzo, simbolo di pace e del casato Pamphilj. I cinque pezzi dell’obelisco giacevano nel Circo di Massenzio da cui vengono trasportati a Piazza Navona nel 1648 nonché ricomposti e innalzati sulla scogliera nel 1649. Il tema iconografico della Fontana, pur nella molteplicità e complessità delle interpretazioni, riguarda, in primo luogo, il predominio del papato sul mondo, rappresentato dai quattro principali fiumi che attraversano i continenti allora conosciuti (Europa, America, Africa, Asia). Il 12 giugno 1651 viene inaugurata la Fontana suscitando nel Committente e negli osservatori grande stupore e meraviglia, come riferiscono le cronache dell’epoca e i racconti dei viaggiatori.
Eseguita nel 1574 su progetto di Giacomo Della Porta durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, fu completamente rinnovata nel 1653, ed il papa Innocenzo X Pamphilj affidò al Bernini l'incarico. Nel restauro del 1874 i quattro tritoni e le quattro maschere vennero sostituite da copie eseguite da Luigi Amici (gli originali si trovano forse in qualche deposito comunale). La scultura centrale disegnata dal Bernini ed eseguita da Giannantonio Mari nel 1655, è erroneamente chiamata il Moro per i suoi tratti somatici, ma in realtà si tratta di un muscoloso tritone che soggioga un delfino.
CHIESA DI SANT'AGNESE IN AGONE
Nel 1651 Innocenzo X Pamphilj, portata a termine la costruzione dell’imponente palazzo per la famiglia in piazza Navona, pensò a una nuova costruzione in luogo dell’antica chiesa di Sant’Agnese contigua al palazzo stesso. L’incarico venne affidato all’architetto Girolamo Rainaldi. I lavori iniziarono il 15 agosto 1652 e il 3 settembre iniziò la demolizione della vecchia santagnese. Il Rainaldi, che diresse i lavori di costruzione con il figlio Carlo, progettò un edificio a pianta centrale a croce greca con cupola senza tamburo, preceduta da vestibolo e grandi nicchie nei pilastri all’incrocio dei bracci e la facciata rettilinea, con due torri laterali collegata alla piazza da un ampia gradinata.Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne. Alla morte del Pontefice (7 gennaio 1655), il suo successore Alessandro VII costituì una commissione che indagasse sugli eventuali errori del Borromini. I rapporti tra il Borromini e la committenza divennero sempre più difficili fino all’abbandono dei lavori da parte dell’architetto. Al momento era già stata probabilmente portata a termine la zona centrale della facciata assieme alla trabeazione, mentre mancava il frontone centrale con la lunetta e il lanternino della cupola. Le torri campanarie erano state impostate fino all’altezza dello zoccolo. Fu richiamato a portare a termine i lavori, Carlo Rainaldi che alterò il progetto borrominiano apportando significative modifiche alla lanterna e ai campanili, eliminando così tutta la fantasia espressa dall’architetto ticinese. Nel 1667 Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fratello di Innocenzo X, incaricò il Bernini dei lavori di finitura generale, mentre Giovanni Maria Baratta eseguì i campanili e Giuseppe Baratta la scalinata. Le modifiche apportate dal Bernini riguardarono soltanto l’interno.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PACE
- Indirizzo: Via Arco della Pace 5
- Telefono: 06 6861156
- Apertura: Lunedì, Mercoledì e Sabato dalle ore 9 alle 12
- Durata della visita 1 ora circa
Fondata sul luogo in cui era la medievale cappella di Sant’Andrea de Acquaricariis, a fine ‘400 Sisto IV la commissionò forse a Baccio Pontelli.
Venne riedificata nelle forme attuali da Pietro da Cortona, la cui facciata con pronao semicircolare costituisce il suo capolavoro architettonico e uno dei massimi risultati dell’architettura barocca romana.
Grazie a questo intervento, l'intera piazza divenne una sorta di teatro barocco di cui la chiesa costituisce un ideale palcoscenico.
All’interno spiccano i capolavori di Raffaello, Maderno e il chiostro di Bramante. È uno dei massimi esempi dell’architettura rinascimentale a Roma, realizzato dal grande artista milanese giunto a Roma alla fine del ‘400. Gli venne commissionato dal cardinale Oliviero Carafa, a cui si riferiscono l’iscrizione sul cornicione e gli stemmi sui pilastri di stile ionico. È costituito da due ordini di quattro arcate per lato e un ampio portico coperto a volte. Oggi è un importante centro per mostre ed eventi.
Adesso è proprio ora di riposarsi...come non approfittare di quel meraviglioso tavolino con vista al Caffè della Pace?....a più tardi....
...ed eccoci qui pronti per affrontare un'altra delle grandi collezioni private aperte al pubblico...la bella camminata da piazza Navona a Villa Borghese
La villa fuori porta Pinciana sorse nel XVI secolo con l’accumulo dei possedimenti della famiglia Borghese che all’inizio del ‘600 divenne potentissima con l’ascesa al soglio papale di Paolo V (1605-21).
La committenza architettonica (Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio, 1607-1613) e l’acquisizione di opere d’arte furono intraprese dal cardinal nipote Scipione, che spesso si servì di qualunque espediente pur di entrare in possesso di importanti dipinti.
Dal 1770 la palazzina fu rinnovata completamente da Marc’Antonio IV Borghese sotto la direzione di Antonio Asprucci e tutti gli ambienti furono affrescati da diversi artisti, tra cui Mariano Rossi e Domenico Corvi. Nel 1902 la palazzina venne acquistata dallo Stato.
Dal 2006, la Galleria Borghese ha dato avvio ad un grande progetto denominato "Dieci Grandi Mostre"
La Galleria Borghese ha il privilegio di riunire, tuttora e nel medesimo luogo, la maggior parte delle opere che formavano la straordinaria collezione del cardinale Scipione Borghese. Al suo interno sono quindi conservate opere somme dei maggiori artisti del Cinquecento e Seicento; per citarne solo alcune, la Deposizione di Raffaello, laPaolina Bonaparte di Canova, la Danae di Correggio, la Madonna dei Palafrenieri diCaravaggio, Venere e Amore di Cranach, l'Amor Sacro e l'Amor Profano di Tiziano,Apollo e Dafne di Bernini, la Caccia di Diana di Domenichino.
Gran parte di queste opere - le più importanti della collezione e capolavori fondamentali per il catalogo di ciascun autore - è inamovibile dalla propria sede. Sono infatti troppo delicate, troppo grandi o su supporto troppo fragile per spostarsi; è perciò impossibile il trasferimento a quelle mostre temporanee che in giro per il mondo vogliono approfondire l’attività pittorica di questi artisti.
La Galleria Borghese mira a colmare questa lacuna con un progetto programmatico di dieci grandi mostre monografiche in dieci anni.
La prima delle dieci grandi mostre del programma espositivo, dedicata alla opera di Raffaello, si è svolta con grande successo di pubblico, nel periodo tra maggio e settembre 2006. Una importante serie di disegni arricchiva la mostra e dava la possibilità di esplorare il processo creativo del grande pittore.
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Da ottobre del 2007, fino a febbraio 2008, la Galleria Borghese ha ospitato laseconda grande mostra che prendeva in esame l'opera di Antonio Canova. Insieme quindi alla Paolina Borghese, opera "padrona di casa", la Galleria ha avuto l'onore di ospitare circa 60 opere di cui 18 sculture. | |
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La terza mostra, che si è svolta da maggio ad ottobre 2008, prendeva in esame il delicato rapporto tra Correggio e l'Antico. Una serie di paralleli meditati per analizzare ed approfondire l'opera del grande pittore cinquenectesco e verificare le sue ispirazioni dall'antico. | |
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La quarta mostra, inaugurata nell'autunno 2009, ha affiancato due personalità estreme, Caravaggio e Bacon entrate nell’immaginario collettivo come artisti “maledetti”, che hanno espresso nella pittura il tormento dell’esistenza con pari intensità e genialità inventiva. | |
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La quinta mostra, che si è svolta da ottobre 2010 a marzo 2011, ha preso in esame il lavoro di un grande pittore tedesco: Lucas Cranach. Si voleva dare un’immagine complessiva della produzione artistica del pittore rinascimentale, artista di corte e innovatore, legato alle tradizioni fiamminghe ma contaminato anche dalle novità figurative italiane. | |
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Il 7 dicembre 2011, si è aperta la sesta grande mostra dedicata a "I Borghese e l'antico". Un "ritorno a casa" di circa sessanta opere provenienti dal Louvre ed originariamente facenti parte della Collezione Borghese. | |
Prossime grandi mostre saranno Tiziano (2013), Dosso Dossi (2014), Domenichino (2015) ed infine una grane mostra su Bernini.
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DA SAPERE: La Galleria Borghese, per tutti i suoi contenuti d'arte spettacolare, ha un master mancante: Michelangelo. Scipione Borghese aveva solo un piccolo crocifisso fatto dall'artista il quale, purtroppo, è scomparso.
...è già l'ora che volge al disio...usciamo da Galleria Borghese con tutti i sensi piacevolmente saturi ci avviamo alla fermata metro A percorrendo via Veneto passeggiata che fa da chiosa finale ad una giornata di Roma Barocca si torna a casa ... al B&B ACQUEDOTTI ANTICHI...buona serata a domani!!
QUINTO GIORNO: LA ROMA DEL XX e XXI secolo
Negli ultimi cento anni l’aspetto di Roma è cambiato notevolmente e, per chi ama la città storica, sono state spesso distrutte realtà che la caratterizzavano, come la spina di Borgo in Vaticano o l’intera zona a ridosso dell’Aracoeli, trasformata per far posto al Vittoriano. Ma nelle zone meno centrali sono state realizzate importanti opere che a partire dall’inizio del ‘900 hanno influito sull’immagine di Roma.
In questo senso meritano una visita il Quartiere Coppedè e la Garbatella, impianti urbanistici di gran gusto; le architetture del Ventennio, come la Città Universitaria, Cinecittà, il Foro Italico e soprattutto l’EUR, con la sua magniloquenza in parte stemperata dai “ritocchi” per le Olimpiadi del 1960 (es.: Palaeur).
Dopo l’età fascista e le Olimpiadi, però, la città si è arrestata, lasciando troppo spazio alla speculazione edilizia, fino agli anni ’90, con la Moschea (Portoghesi-Musawi), e poi con il Giubileo del 2000, al quale si ricollegano gli importanti edifici religiosi contemporanei della Chiesa del Santo Volto alla Magliana e la Chiesa di Tor Tre Teste di Richard Meier, a cui si deve anche la nuova copertura dell’Ara Pacis.
In questi ultimi anni si segnalano, infine, anche l’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, e l’apertura dei grandi complessi museali del Macro e del MAXXI (Zaha Hadid), mentre siamo in attesa del completamento del Nuovo Centro Congressi La Nuvola di Massimiliano Fuksas all’EUR.
LE TAPPE del quinto giorno
Venne costruita durante il Ventennio, tra il 1936 e il 1937, come vera e propria fabbrica del cinema al fine di fronteggiare lo strapotere delle major statunitensi di Hollywood. A progettare i primi 12 teatri di posa fu l’architetto Gino Peressutti. A capo della Direzione Generale della Cinematografia fu posto Luigi Freddi che seguì il progetto propagandistico e di controllo ideologico delle produzioni cinematografiche. Durante la Seconda guerra mondiale i teatri di posa furono occupati dai nazisti, ma negli anni ‘50 divenne la cosiddetta Hollywood sul Tevere, con le grandi produzioni americane (Ben Hur, Quo vadis?, ecc.).
DA SAPERE: Federico Fellini girò gran parte dei suoi film nel mitico teatro 5, che fece anche da camera ardente del grande regista, che morì il 31 ottobre 1993 molti set tra i quali questo sono visibili nella mostra permanente CINECITTA' SI MOSTRA
Cinecittà apre le porte del Teatro 5: visite esclusive al set del film “Che
strano chiamarsi Federico” del maestro Ettore Scola.
In occasione delle riprese del film dedicato a Federico Fellini ed al Teatro 5, Cinecittà si Mostra organizza speciali visite guidate, percorsi di approfondimento e laboratori per scoprire vita, luoghi e passioni del Maestro attraverso le suggestive scenografie realizzate da Luciano Ricceri.
Il percorso classico della mostra rimane invariato.
La mostra nasce come omaggio a tutte le persone che hanno reso grande Cinecittà, a tutti coloro che lavorano “dietro le quinte” e che con il loro talento contribuiscono alla creazione di un film. Il percorso espositivo riproduce così, ogni fase specifica di realizzazione di un film, dalla sceneggiatura alla post produzione, ripercorrendo il lavoro e i mestieri delle figure coinvolte alla realizzazione dell’opera finita. Nella sala dedicata ai costumi è possibile ammirare il talento dei costumisti e delle sartorie, nella sala della scenografia invece l’inventiva e l’abilità degli scenografi e degli artigiani.
I visitatori potranno ammirare costumi, arredi e filmati esposti nel percorso "Come Si realizza un Film", e la sala di proiezione dove al momento si celebra il maestro Dante Ferretti, tre volte premio oscar per la scenografia. E poi, ancora l’ intero nuovo percorso Interattivo, Backstage, per scoprire i retroscena della settima arte ed infine l'accesso ad una scenografia originale, il sottomarino S33 utilizzato per il film U-571 di Jonathan Mostow con Harvey Keitel e John Bon Jovi, girato a Cinecittà nel grande teatro 5. Ancora: il percorso "I Protagonisti" che all'interno della palazzina dedicata al maestro Fellini espone elementi della storia di Cinecittà e proietta i provini di attori famosi in una elegante screening room alla quale i visitatori possono accedere come i registi e produttori che ogni sera controllano il girato sul set.
La visita continua nell'ampio parco, dove sono ospitate sculture cinematografiche e gli esterni scenografici di "Un medico in famiglia".
In estate, in vista dell’apertura del prestigioso Caffè di Cinecittà, i visitatori potranno rilassarsi in un’elegante caffetteria oppure curiosare all’interno del bookshop in cerca di qualcosa di originale ed unico.
Ricordiamo che è possibile abbinare al percorso mostra l’Outdoor Set Visit: Il visitatore sarà proiettato in epoche diverse da Broadway/New York a Roma antica passando per la Firenze del Quattrocento e la Roma dei Borgia.
Si tratta della parrocchia “Dives in Misericordia”, meglio conosciuta con il nome della zona in cui è situata. È stata realizzata tra 1998 e 2003, sul progetto dell’architetto Richard Meier nell’ambito del progetto “50 chiese per Roma 2000”, indetto dal Vicariato in vista dell’ultimo Giubileo. Obiettivo dell’edificio la riqualificazione di un quartiere di periferia, come questo, che grazie alla presenza della nuova chiesa potesse diventare meta turistica e religiosa. Caratteristica principale della struttura le tre vele in cemento levigato, simboleggianti la Trinità, che gli sono già valse il nomignolo di “chiesa delle Vele”.
...oppure un altro quartiere che ben rappresenta l'architettura romana del XX secolo
LA GARBATELLA
- Durata Visita: 1 ora circa
A partire dal 1920 l’Istituto romano delle case popolari affidò agli architetti Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini il progetto di un nuovo quartiere da costruire sulle colline di fronte la Basilica di San Paolo fuori le mura. L’idea sviluppata si inserisce perfettamente nelle tendenze coeve europee, seguendo il modello inglese delle Garden Cities, realtà urbanistiche staccate dal centro della città e destinate a ospitare per lo più operai. Nacquero così i celeberrimi lotti che caratterizzano il nucleo originario del rione, con abitazioni disposte all’interno di cortili ricchi di verde.
DA SAPERE: Per le strade del quartiere venne portato il Mahatma Gandhi durante la sua visita a Roma il 13 dicembre 1931. Della sua “passeggiata” restano preziose foto e filmati.
Il cinema ha spesso sfruttato la Garbatella che compare, tra gli altri, in Caro diario (Nanni Moretti, 1993), Romanzo criminale (Michele Placido, 2005) e, recentemente, è stata scelta come scenario di una serie televisiva molto popolare, I Cesaroni, per i cui fan è diventata una sorta di luogo di pellegrinaggio.
Rimane dubbia l’origine del nome del rione: secondo alcuni si dovrebbe al nomignolo dato a una graziosa fanciulla che lavorava in un’osteria della zona; secondo altri farebbe riferimento alla piacevolezza del luogo; secondo altri ancora sarebbe una conseguenza della coltivazione “a barbata” o “a garbata” dei vitigni di questa zona nell’800.
... 5 giorni sono volati ed a noi sembra quasi di essere appena arrivati...Roma è ancora placidamente adagiata sui Sette Colli, il biondo Tevere continua ad attraversare la città...anzi le città di Roma!!