Bed And Breakfast a Roma:ACQUEDOTTI ANTICHI

Bed And Breakfast a Roma:ACQUEDOTTI ANTICHI
Bed&Breakfast a Roma: Vacanze a Roma

mercoledì 28 settembre 2011

PER CAPIRE LA SCELTA VEGAN...piccola sintesi etico-filosofica





Riguardo alle ragioni di natura prettamente etica e morale, il termine vegetarismo si configura come una sineddoche per varie forme di abitudine alimentare motivate da scelte etico-filosofiche spesso ispirate alla nonviolenza, al pacifismo e all'animalismo o al rispetto dei diritti degli animali. Si parla in questo caso di vegetarismo etico.
La prima delle ragioni specifiche del vegetarismo etico è la coerenza tra il sentirsi individui nonviolenti e la rinuncia a un cibo per la produzione del quale si è ricorsi a violenza. Il vegetariano animalista è prevedibilmente contrario all'idea di nutrirsi a spese di animali la cui incolumità non andrebbe violata.
Le ragioni etiche del vegetarismo scaturiscono dalla tesi secondo la quale gli animali sono, similmente all'uomo, esseri senzienti, capaci cioè di provare emozioni quali gioia o dolore; secondo i vegetariani, ciò implica che agli animali dovrebbero essere riconosciuti i medesimi diritti alla vita, alla libertà e a non essere torturati che la società riconosce agli esseri umani. Viene talvolta criticata l'illogicità e la presunzione di una visione della vita ritenuta antropocentrica e di conseguenza si considera immorale uccidere gli animali o sfruttarli per ricavarne cibo, come negli allevamenti e nei macelli perché si ritiene inaccettabile la sofferenza e la morte inflitte agli stessi.
Per ragioni etiche si rifiutano, secondo le convinzioni, alcuni o tutti i prodotti derivati dallo sfruttamento degli animali quali:
Alimenti: carne, pesce, crostacei, frutti di mare, pollame, uova, strutto (a volte anche usato nella preparazione del pane), latte e i suoi derivati, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale o che utilizzi sostanze di origine animale nella sua fabbricazione o composizione.
Vestiario e arredamento: cuoio, seta, lana, piume e ornamenti in osso o avorio.
Cosmetici: cosmetici, creme, sapone, dentifrici, profumi o qualsiasi altro prodotto che sia stato testato su animali o che contenga sostanze di origine animale.
Medicinali: medicinali, vaccini e qualsiasi altro prodotto medicamentoso che sia stato testato su animali o che contenga sostanze animali.
Mangimi per animali domestici: mangimi a base di carne e pesce o di altre sostanze derivanti dallo sfruttamento e dall'uccisione di animali. Sono reperibili, nei negozi specializzati e tramite la vendita on-line, mangimi completi per animali domestici a base esclusivamente vegetale.
Altri prodotti: alcuni tipi di strumenti musicali (ad esempio djembe fatti con pelli di capra), pellicole fotografiche (contenenti gelatina) ed in genere tutti quei prodotti per i quali siano state utilizzate parti di animali.
Vengono boicottate inoltre alcune attività come caccia, pesca, circhi che utilizzano animali, rodei, giardini zoologici, acquari, corse e lotte che utilizzano animali (come la corrida) e qualsiasi altra attività che contribuisca allo sfruttamento degli animali.

ESSERE VEGAN

Per Vegan si intende una filosofia di vita che vuole escludere lo sfruttamento di tutti gli animali e si pone come obbiettivo l’abolizione della schiavitù imposta da noi umani agli altri animali. Da qui deriva uno stile di vita che, nella pratica, esclude l’uso di prodotti animali, compresi i derivati, non solo a tavola. Chi è vegan non partecipa a feste dove sono utilizzati animali, non compra animali (né vivi, né morti), insomma evita tutto ciò che comporta lo sfruttamento degli animali.
Essere Vegani significa: preservare l'ambiente, distribuire più equamente cibo e risorse,
uno stile più equilibrato nell'alimentazione

lunedì 26 settembre 2011

PACO DE LUCIA A ROMA

A pochi giorni dall'inizio del Festival Flamenco è in arrivo, il 28 Settembre 2011 all'Auditorium Parco della Musica il Concerto di Paco de Lucia, una strepitosa anteprima con quello che è stato definito "l'ambasciatore del flamenco" per eccellenza; la Sala Santa Cecilia si trasformerà in una vera e propria cueva ospitando il grande musicista di origine andalusa.

Bambino prodigio, è stato in tour con la troupe di José Greco, ma si è poi affermato come uno dei più famosi artisti di flamenco solisti e uno dei più ammirati chitarristi spagnoli. Con più di 25 album pubblicati e centinaia di premi vinti, ha conquistato il consenso della critica e del pubblico soprattutto in virtù della rivoluzione musicale da lui provocata, grazie alla quale il flamenco si è ampiamente diffuso in tutto il mondo.

La sua arte può essere considerata un mix di flamenco, jazz, classica e ritmi latini; una musica di ampio respiro, nella quale le sofisticate innovazioni partono da una profonda conoscenza e da un sacrale riguardo delle tradizioni e in cui le contaminazioni fra generi sono la norma, e anzi ne rappresentano l'esplosiva alchimia.

Paco De Lucia è diventato ambasciatore universale della musica classica spagnola, come testimoniano la sua storica interpretazione del "Concierto de Aranjuez" di Joaquím Rodrigo o le esecuzioni della musica del compositore classico spagnolo Manuel De Falla. Lo scambio sempre presente tra la musica di Paco De Lucia, le sonorità del Brasile, il Jazz di Chick Corea, Al di Meola e John McLaughlin e la musica classica di Albéniz e De Falla attestano una fertile irrequietezza nella ricerca musicale e il prestigio di un maestro che, come pochi altri, ha saputo inventare il nuovo attingendo dalla tradizione.

domenica 25 settembre 2011

LA METROPOLITANA DI ROMA

Gli orari della metropolitana di Roma da 31 gennaio hanno subito delle variazioni, per via dell'avanzamento dei lavori relativi alla costruzione della Metro C, i cui cantieri sono arrivati in zona San Giovanni.
In particolare, sarà la Metro A a cambiare orari:  il servizio chiude alle ore 21, dalla domenica al venerdì.
Solo il sabato, la Metro A continua a funzionare nei consuenti orari, cioè dalle ore 5:30 del mattino fino alle ore 1:30 della notte.
Al fine di assicurare ugualmente il servizio Metro fino alle ore 1:30 circa, l'ATAC - l'azienda di trasporti locale - ha predisposto un piano id mobilità alternativa in superficie, con circa 48 autobus che seguiranno il percorso della Metro A. Sono state infatti attivate due linee: la "MA1" (Battistini - Arco di Travertino) e la "MA2" (Piazzale Flaminio - Anagnina).
Tutte le informazioni sui percorsi e su eventuali altri dettagli potranno essere consultate sui siti del Comune di Roma e dell'ATAC.
Al momento si prevede che la chiusura anticipata della Metro A alle ore 21 sarà protratta fino ad aprile 2012.

giovedì 22 settembre 2011

MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA GARIBALDINA





In occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, hanno promosso l’istituzione di un nuovo spazio Museale dedicato alla Repubblica Romana del 1849.
Il progetto prevede di realizzare un luogo dedicato a tale importante evento storico all’interno di Porta San Pancrazio che, oltre ad essere di per sé evocativa dei fatti per la sua storia e collocazione, diventerà un punto privilegiato di lettura dell’area storico-monumentale del Gianicolo (Busti degli uomini illustri; Monumento a Giuseppe Garibaldi; monumento ad Anita; Ossario garibaldino, Faro) e un centro raccordato agli altri luoghi dedicati alla storia del periodo risorgimentale di Roma (Museo Napoleonico; Museo di Roma di Palazzo Braschi; Museo Centrale del Risorgimento, Museo di Roma in Trastevere).
PERCORSI PER SALE

100"click for Change:scatti per un'altra società



Il 16 settembre (alle ore 17:30) inaugura a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, la mostra fotogrIl 16 seIl 16 settembre (alle ore 17:30) inaugura a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, la mostra fotografica 100" click 4 Change che fino al 30 settembre propone al pubblico oltre 100 scatti realizzati dall'associazione fotografica no profit Shoot 4 Change. Scopo dell'associazione è sensibilizzare l'opinione pubblica su particolari tematiche attraverso la produzione e la diffusione di fotografie. In questo primo progetto espositivo, il racconto si svilupperà attraverso le immagini di persone, luoghi e fatti, simbolo di diverse identità interiori e sociali. Il progetto 100" click 4 Change farà poi parte della manifestazione Fotografia Festival Internazionale di Romattembre (alle ore 17:30) inaugura a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, la mostra fotografica 100" click 4 Change che fino al 30 settembre propone al pubblico oltre 100 scatti realizzati dall'associazione fotografica no profit Shoot 4 Change. Scopo dell'associazione è sensibilizzare l'opinione pubblica su particolari tematiche attraverso la produzione e la diffusione di fotografie. In questo primo progetto espositivo, il racconto si svilupperà attraverso le immagini di persone, luoghi e fatti, simbolo di diverse identità interiori e sociali. Il progetto 100" click 4 Change farà poi parte della manifestazione Fotografia Festival Internazionale di Romaafica100" click 4 Change che fino al 30 settembre propone al pubblico oltre 100 scatti realizzati dall'associazione fotografica no profit Shoot 4 Change. Scopo dell'associazione è sensibilizzare l'opinione pubblica su particolari tematiche attraverso la produzione e la diffusione di fotografie. In questo primo progetto espositivo, il racconto si svilupperà attraverso le immagini di persone, luoghi e fatti, simbolo di diverse identità interiori e sociali. Il progetto 100" click 4 Change farà poi parte della manifestazione Fotografia Festival Internazionale di Roma

mercoledì 21 settembre 2011

COLAZIONE SENZA GLUTINE AL B&B ACQUEDOTTI ANTICHI

COSA E' LA CELIACHIA

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Il glutine è il fattore scatenante della malattia celiaca. È la componente proteica che si trova nel frumento (quello che comunemente è chiamato “grano”) ed in altri cereali, ad esempio farro, orzo, segale, avena, kamut (grano egiziano), spelta, triticale, bulgur (grano cotto), malto, greunkern (grano greco) e seitan (alimento ricavato dal glutine).

Eliminare il glutine dalla propria dieta permette al celiaco di condurre una vita serena ed in salute. La dieta priva di glutine è infatti l’unica terapia possibile. È questa l’unica cura della celiachia.

Facciamo un passo indietro. La celiachia è una patologia autoimmune ed è anche chiamata morbo celiaco, enteropatia immuno-mediata, sprue celiaca o enteropatia glutine-sensibile. “Enteropatia” significa malattia dell’intestino. È infatti l’intestino del celiaco che non riesce ad assimilare il glutine, che quindi viene considerato un agente tossico.
Il glutine in realtà non è presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all’aggiunta di acqua e alla formazione dell’impasto.

COSA ACCADE INGERENDO GLUTINE

Nel celiaco ingerire glutine attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando quindi l’intestino.
Le pareti dell’intestino (ossia la mucosa) sono formate da miliardi di villi, piccole strutture sottili e allungate che formano tra di loro delle anse. Questa particolare conformazione permette l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Nei celiaci la reazione della mucosa intestinale appiattisce queste anse e causa quindi malassorbimento. Si dice infatti che i villi si “atrofizzano”, ossia la mucosa si appiattisce e non fa più il suo lavoro di assimilazione dei nutrienti (ferro e altri minerali, vitamine, zuccheri, proteine, grassi, etc).
La celiachia non è causata esclusivamente dal glutine, ossia dal fattore ambientale, ma anche da alcuni fattori genetici.
La celiachia è infatti una delle malattie genetiche più frequenti. In particolare il complesso HLA-DQ2 e HLA- DQ8 è fortemente associato alla malattia celiaca. Questo NON significa che chi possiede questi geni è necessariamente celiaco, ma semplicemente ha la predisposizione a sviluppare la celiachia.

NOI CELIACI è un sito con forum per scambiare esperienze, ricette, consigli e soprattutto per avere informazioni

sabato 17 settembre 2011

In bicicletta nel parco degli Acquedotti: la 24 h di Roma


 Il 24 e 25 settembre  nella splendida cornice del Parco degli Acquedotti avremo di nuovo  la spettacolare 24 h di Roma, la festa inizierà  il venerdì 23.

La 24 ore di Roma è un evento sportivo endurance - ludico - goliardico - gastronomico consistente in una staffetta in mountain bike.Il 2011 riserva importanti novità per le Categorie apportando delle modifiche nelle squadre da 2 e 12 componenti e new entry in quella da 4.
Le novità sono: Categoria da 2 “Inseparabili” – gli atleti parteciperanno in coppia con l’obbligo di transitare insieme sull’arrivo ed intermedi con uno scarto massimo di 30 secondi previa annullamento del giro.
  • Categoria da 1 “Solitari”
  • Categoria da 2 “Inseparabili”
  • Categoria da 2 “Tandem - Categoria Team Non vedenti”
  • Categoria da 4 “Team” (new entry) – gli atleti devono essere tassativamente tesserati con la stessa Associazione Sportiva.
  • Categoria da  8 “Agonisti"
  • Categoria da 8 “Fannulloni” (new change) – si parteciperà con un numero massimo di 8 componenti.
Le squadre AGONISTE (atleti tesserati o che partecipano con certificato medico agonistico) sono suddivise in categoria da 2, 4, 8 componenti, Tandem e da soli nell’apposita categoria “SOLO” (Uomini e Donne), mentre quelle NON AGONISTICHE (atleti con certificato di sana e robusta costituzione) identificate nella categoria FANNULLONI parteciperanno con un numero massimo di 8 componenti, e tutte pedaleranno per 24 ore “non stop” su un percorso non illuminato, chiuso ad anello, tracciato dagli organizzatori e vietato al transito ai non autorizzati ed illuminato solo nella Zona Cambio. Il percorso di circa km 7,500 è situato all’interno del Parco degli Acquedotti zona Tuscolana – Cinecittà (Roma) è interamente sterrato e pedalabile con piccolissimi dislivelli e difficoltà al fine di dare la possibilità a tutti di partecipare.
La manifestazione offre 3 GIORNI DI PURO DIVERTIMENTO con sport, musica, spettacoli e la magica atmosfera delle luci nel buio nel mezzo della Storia che caratterizzeranno questo evento davvero speciale.
La 24 ore avrà inizio sabato 24 settembre alle ore 12:00 e terminerà domenica 25 settembre alle ore 12:00.
DIVERTIMENTO E PASSEGGIATE NELLA STORIA!!


lunedì 12 settembre 2011

TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA

« I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che dai Greci furono trascurate, cioè nell’aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache » (Strabone)
Gli antichi Romani, per scopi militari, politici e commerciali, davano molta importanza alle vie di comunicazione e iniziarono la costruzione di lunghe strade diritte, essenziali per la crescita dell'Impero, in quanto consentivano di muovere rapidamente il loro esercito.
Il detto recita che "tutte le strade portano a Roma" in quanto le strade romane erano disegnate in modo da collegare tutte le provincie alla capitale per ostacolare le provincie dall'eventuale organizzazione di una resistenza contro l'Impero. Al momento della massima espansione dell'Impero la rete viaria romana misurava oltre 80.000 chilometri, ripartiti in 29 strade che si irradiavano da Roma verso l’Italia, e altre in tutti i territori dell’Impero, dalla Britannia alla Mesopotamia, dalle Colonne d'Ercole al Mar Caspio. Le strade erano dotate di pietre miliari, che indicavano la distanza in miglia dal miliario aureo posto nel Foro romano.
Molte strade moderne seguono ancora il tracciato di quelle Romane.
I nomi derivavano in genere dal nome dei magistrati che ne ordinarono la costruzione; in altri casi il nome deriva dalla località cui termina la strada stessa (ad esempio via Ardeatina che porta da Roma ad Ardea, via Anagnina ad Anagni, via Tuscolana al Tuscolo); in altri casi invece dall'utilizzo che se ne faceva (la via Salaria ad esempio è così chiamata perché vi si trasportava il sale).
VISITE GUIDATE A ROMA ED AI CASTELLI presso il B&B ACQUEDOTTI ANTICHIa Roma!



sabato 10 settembre 2011

CINECITTA' SI MOSTRA



Cinecittà si Mostra














 Per festeggiare il suo 74° compleanno, Cinecittà apre per la 


prima volta le porte al grande pubblico che avrà la possibilità

di visitare, all’interno degli storici studi cinematografici di 

Via Tuscolana, l’esposizione: CINECITTÀSIMOSTRA.

Un’occasione unica per vivere da vicino il cinema e i suoi mestieri. 

Questa manifestazione è un’anticipazione di un più ampio

progetto che prevede la realizzazione nei prossimi anni di

un “Museo del Cinema” che avrà sede permanente negli Studi.

Apertura al pubblico
A partire dal 29 aprile 2011 
tutti i giorni dalle 10,30 alle 18,30 
escluso il martedì.  
Roma, via Tuscolana 1055 
Metro A (Fermata Cinecittà) 
Biglietto ingresso 
Adulti: 10 euro  Bambini: 5 euro 
Al B&B ACQUEDOTTI ANTICHI potrete trovare dei coupon di sconto per questa mostra.


PASSEGGIATE ARCHEOLOGICHE FRA I TESORI DEL PARCO DELL'APPIA ANTICA


Tutte le domeniche dall'11 settembre al 16 ottobre passeggiate guidate di due ore e mezza tra le meraviglie dell'antica Roma. La direttrice Rita Paris: "Il visitatore potrà cogliere il senso complessivo della strada consolare nel corso dei secoli"

Sulle orme di Goethe che s'incantava al cospetto della grandiosità antica immersa nella campagna romana, o di Piranesi che ritraeva la monumentalità sublime di cisterne, torri e tumuli leggendari. Finalmente si possono riscoprire da vicino i tesori dell'Appia Antica nel modo più congeniale, secondo quello spirito romantico da Grand Tour: passeggiando. Inaugura domani la rassegna "Appiappiedi", promossa dalla Soprintendenza speciale ai beni archeologici di Roma e organizzata dalla società PierreciCodess, che propone un trekking archeologico guidato di circa due ore e mezza, che dalla Villa dei Quintili arriva alla Villa  Capo di Bove attraversando passaggi inediti, e visitando aree di scavo.  Questo appuntamento sarà fisso  per altre cinque domeniche, il 18 e 25 settembre, il 2, 9 e 16 ottobre.

"La novità dell'iniziativa è che stavolta il visitatore può cogliere il senso complessivo dell'Appia nei secoli, col suo sistema di ville e monumenti funerari che si scoprono strada facendo sotto la guida dell'archeologo  -  racconta la direttrice Rita Paris  -  dal monumento al centro di recenti scavi e indagini, alle iscrizioni che erano il segno del defunto ma anche un modo di comunicare col viaggiatore dell'epoca. Fino a cogliere i fatti più recenti, l'assetto che ha ricevuto alla metà dell'800 coi restauri del Canina, e le ville dei privati scelte come residenza di lusso negli anni '50 e '60 del Novecento. Insomma, è l'occasione per raccontare tante storie sconosciute".

I momenti più suggestivi, li regala la Villa dei fratelli consoli Quintili, su cui si abbattè l'avidità dell'imperatore Commodo che li fece uccidere per impossessarsi di quella meraviglia residenziale. Dal ninfeo fortificato si esce eccezionalmente sull'Appia al V miglio dove la leggera curvatura del rettifilo accarezza i mitici Tumuli degli Orazi e Curiazi e la misteriosa torre della tenuta di Santa Maria Nova. Seguendo la strada verso Roma, si incontrano i "monumentini" funerari e si arriva fino al Mausoleo di Cecilia Metella e al Castrum Caetani, antica dogana del Medioevo.

"È l'occasione per scoprire anche tante notizie sulla geologia dell'Appia, come la straordinaria colata vulcanica di Capo di Bove di 260 mila anni fa  -  racconta Paris  -  che ha prodotto una lingua di lava che termina a Cecilia Metella. Nei nostri recenti scavi abbiamo trovato il punto terminale della colata, scoprendo come dodici chilometri di strada siano stati costruiti utilizzando il sedile della colata lavica". E Rita Paris annuncia  che sta per partire l'ultimo tratto di restauro tra IV e V miglio del basolato di origine lavica. Epilogo, Capo di Bove, sede dell'Archivio Cederna, con la bella mostra "La Via Appia. Laboratorio di mondi possibili tra ferite ancora aperte". E qui si può godere il relax tra giardini e tavolini dove, chi vuole, può gustarsi la sua colazione al sacco. Villa dei Quintili, via Appia Nuova 1062, ore 10.30. Biglietto: 6 euro per la vista alla Villa e 10 euro per tour guidato. Per informazioni e prenotazione tel. 0639967700, www. pierreci. it
IL B&B ACQUEDOTTI ANTICHi consiglia questa visita

venerdì 9 settembre 2011

A ROMA CON I BAMBINI-ROMA PER I BAMBINI

Ecco qualche idea per passare una piacevole giornata a Roma in compagnia dei vostri figli:
-Musei o luoghi particolarmente adatti ai bambini
-Luoghi caratteristici nel centro di Roma
-Gite e visite a castelli o altri luoghi adatti ai bmbini nei pressi di Roma
-Giro turistico organizzato con l'autobus 110 OPEN o l'ARCHEOBUs

lunedì 5 settembre 2011

notizie flash : SCUDERIE DEL QUIRINALE

Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400. 5 ottobre 2011 - 15 gennaio 2012. Tra le tante iniziative e i laboratori legati all'esposizione: Spot! Lettura al pubblico di un'opera in mostra, a cura dei servizi educativi

sabato 3 settembre 2011

LA CELIACHIA: CELIACI SI NASCE O SI DIVENTA?

Non si nasce celiaci; si nasce con la predisposizione a diventare celiaci.
Questa predisposizione, che è di tipo genetico, si realizza quasi sempre
purché, naturalmente, il soggetto entri in contatto col glutine. Se
un soggetto predestinato alla celiachia non mangerà glutine per tutto
l'arco della vita, non diventerà mai celiaco. Tuttavia, dal momento
in cui il soggetto predisposto entra in contatto col glutine fino al momento
in cui si verificano le tipiche lesioni intestinali, trascorre un periodo di
tempo variabile che può andare da qualche settimana a molti anni. La
lunghezza di questo intervallo di tempo dipende da fattori finora sconosciuti.
Un soggetto divenuto celiaco, cioè intollerante al glutine, rimane tale
per tutta la vita. Egli cioè può guarire completamente da tutti
i suoi disturbi se si astiene dall'assumere glutine, ma immancabilmente ricade
se entra in co ntatto nuovamente con questa sostanza.
Il B&B ACQUEDOTTI ANTICHI aderisce al Progetto ALIMENTAZIONE SENZA GLUTINE dell'Associazione Italiana Celiachia.

venerdì 2 settembre 2011

MUSEO NAZIONALE DEGLI STRUMENTI MUSICALI

Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali sorge in una zona della Capitale di grande importanza storica e archeologica.
A breve distanza dalla Basilica di San Giovanni in Laterano e dalla Stazione Termini, è pressoché adiacente alla Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Circondato da un’area verde su cui si ergono i resti archeologici del Palazzo Imperiale (Sessorio), dell’ Anfiteatro Castrense e del Circo di Eliogabalo, rimane immerso in una atmosfera di silenzio e di pace.
Il Museo conserva al suo interno unaquantità enorme, forse unica al mondo, di strumenti musicali: circa 3000 pezzi, di cui ottocento esposti. La maggior parte degli strumenti qui conservati derivano dalla collezione privata di Evan Gorga, tenore italiano, nato nel 1865 e primo interprete di Rodolfo nella Bohème di Puccini al Teatro Regio Torino nel 1896, passato, dopo soli cinque anni di acclamatissima carriera teatrale, alla sua vera passione: il collezionismo. Possedeva circa trenta collezioni di oggetti più disparati, ma certamente la collezione di strumenti musicali era quella che rivestiva la maggiore importanza. Evan Gorga è morto nel 1957 a 92 anni e in condizioni di estrema povertà.
A lui la cultura italiana deve essere riconoscente per aver contribuito alla conservazione di un enorme patrimonio artistico e culturale che altrimenti sarebbe andato disperso.Vi si e' aggiunta in seguito una incredibile serie di strumenti rari e preziosi, tanto che adesso vi sono piu' di 3000 pezzi che vanno dall'antichita' alla fine del '700. Sezioni di strumenti popolari di tutto il mondo e di strumenti-giocattolo.
Tra i gioielli della raccolta, segnaliamo: un modellino di clavicembalo in legno laccato e dorato con Tritoni e Nereidi, del XVII sec.; la celebre Arpa Barberini (coeva), alcuni strumenti appartenuti a Benedetto Marcello, una tromba del 1461, un cembalo tedesco del 1537, il primo pianoforte del padovano Bartolomeo Cristofori, inventore dello strumento (1722), una serie di organi positivi e due rarissimi pianoforti rettangolari del XVIII secolo.

VISITA CONSIGLIATA DAL B&B ACQUEDOTTI ANTICHI a Roma

MUSEO NAZIONALE DEL PALAZZO DI VENEZIA

Il Museo Nazionale del Palazzo di Venezia ha sede in quella che fu la grandiosa dimora papale del veneziano Paolo II Barbo (1464-1471), grande appassionato di collezionismo e iniziatore ideale del destino museale ed artistico dell’edificio. Istituito nel 1921, il museo polarizza il suo interesse attorno alle cosiddette arti applicate.
Le sue raccolte si sono formate a partire da un primo nucleo di sculture e opere provenienti da Castel Sant’Angelo, dalla galleria Nazionale d’Arte Antica e dalle collezioni del vicino Museo del Collegio Romano fondato nel seicento dall’enciclopedico gesuita Athanasius Kircher.
Il materiale artistico dell’originaria collezione era composto di opere prevalentemente di epoca medievale e rinascimentale, testimonianza di particolari settori dell’arte decorativa come piccoli bronzi, smalti, marmi, ceramiche di manifattura italiana.Il suo primo ordinamento si deve a Federico Hermanin (1871-1953), Direttore e al tempo stesso Soprintendente alle Gallerie del Lazio e dell’Abruzzo, il quale realizzò un allestimento mirato a far rivivere al visitatore lo spirito degli antichi fasti di una ricca dimora rinascimentale, esponendo, nella parte più antica del complesso architettonico di San Marco, pitture, mobili e arredi del Quattro e Cinquecento.
Tra il 1924 ed il 1926 alle collezioni originarie si aggiunsero vari oggetti (interi corredi ceramici, mobili chiesastici, argenterie, oreficerie e paramenti sacri) confiscati agli ordini religiosi soppressi alla fine del secolo scorso e provenienti da varie comunità monastiche sul territorio regionale e da edifici distrutti e pesantemente danneggiati in Abruzzo dal terremoto della Marsica del 1915.Nel 1929 il palazzo fu scelto da Benito Mussolini come sede del Capo del Governo e il museo, che pure conservò formalmente la sua denominazione ed il suo ordinamento, fu praticamente chiuso e divenne visitabile solo dietro autorizzazione degli organi di Pubblica Sicurezza.Dopo la parentesi della guerra, in seguito a consistenti lasciti e a numerose donazioni pubbliche e private, il Museo di Palazzo Venezia ha poco a poco definito la sua fisionomia di grande Museo delle Arti Applicate.
Esso conserva materiali artistici di varia natura ed epoche storiche che occupano praticamente tutto il piano nobile dell’edificio (fatta eccezione per i saloni monumentali e l’Appartamento Barbo): gli ampi locali dell’Appartamento Cybo; il Passetto dei Cardinali e tutte le sale storiche che si snodano lungo il perimetro del Palazzotto San Marco.
Vi sono conservati: collezioni di dipinti su tavola e su tela dei secoli XV-XVIII, pastelli settecenteschi nonché miniature e ventagli; una ricca serie di sculture lignee italiane e tedesche; una pregevole collezione di bozzetti e rilievi in terracotta del ‘500 e ‘600; marmi altomedievali e rinascimentali; matrici sigillari, smalti, oreficerie sacre ed argenti di uso profano, vetri, avori e bronzetti rinascimentali di scuola italiana; una vastissima collezione di ceramiche che comprende esemplari di maiolica arcaica orvietana, maioliche rinascimentali italiane, porcellane di manifatture nazionali e straniere (tra cui un vasto repertorio di porcellane orientali da esportazione); non manca una nutritissima sezione di tessuti che annovera, oltre ad una significativa serie di arazzi, tappeti, stoffe copte, stoffe moderne di uso sacro e di uso profano, pizzi merletti, copricapo ed acconciature di manifatture e fogge varie; vasto è inoltre il repertorio di cassoni e mobili in genere, di ferri battuti, di serramenti vari oltre che una ragguardevole collezione di armi antiche e armature.

VISITA CONSIGLIATA DAL B&B ACQUEDOTTI ANTICHI a Roma

GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA DI PALAZZO BARBERINI

La Galleria Nazionale d'Arte Antica nasce ufficialmente nel 1893, dopo che alla collezione donata allo Stato dieci anni prima dal principe Corsini, si era aggiunta nel 1892 la Collezione Torlonia e negli anni successivi le collezioni Chigi, Hertz, Monte di Pietà ed altre. La sede di palazzo Corsini risultò presto inadeguata ad ospitare la Galleria Nazionale, in particolar modo quando cominciarono ad affluire sempre più numerose le donazioni e gli acquisti statali. Il Palazzo Barberini, privo delle collezioni fidecommissarie dei principi Barberini per vicende di divisioni familiari e per la malaugurata legge del 1934 che ne permise la dispersione, fu acquistato dallo Stato nel 1949, e destinato ad essere la nuova sede della Galleria Nazionale d'Arte Antica. Nel 1984 la collezione Corsini fu ripristinata nella sua sede storica, mentre le opere pervenute con successive donazioni o acquisti (Chigi, Torlonia, Hertz), sono state riordinate nel Palazzo Barberini.
La collezione è ricca di capolavori in particolare dei secoli XVI e XVII. La raccolta comprende dipinti dal secolo XII, come l'immagine della Vergine e Cristo proveniente da Santa Maria in Campo Marzio, prosegue con alcune croci del XIII secolo, e dipinti di scuola giottesca. Tra le opere del secolo XV, spicca il meraviglioso dipinto di Filippo Lippi, la Madonna in trono con Bambino datato 1437, proveniente da Corneto Tarquinia; è inoltre rappresentato un panorama dell'arte laziale dello stesso periodo.

Più consistente il nucleo dei dipinti del XVI secolo, fra i quali la Fornarina, il celeberrimo ritratto che Raffaello fece dell'amata e opere di Andrea del Sarto, Beccafumi, Sodoma, Bronzino, Lotto, Tintoretto, Tiziano, El Greco, per arrivare alla fine del ‘500 con la splendida Giuditta che taglia la testa ad Oloferne di Caravaggio.

Il Seicento è rappresentato da opere di Reni, Domenichino, Guercino, Lanfranco, Bernini, Poussin, Pietro da Cortona e Gaulli. La sezione delle opere del XVII secolo si accorda perfettamente con la decorazione e l'architettura del palazzo, offrendo una testimonianza ricchissima per completezza e omogeneità di uno dei periodi più fecondi della cultura e dell'arte. Molto ben rappresentata è anche la pittura del Settecento, con opere, tra gli altri, di Canaletto, Batoni, Pannini e un raro nucleo di dipinti francesi dello stesso periodo, provenienti dalla collezione del duca di Cervinara.

Da segnalare, infine, l'ultima acquisizione, costituita dalla settecentesca collezione Lemme, attualmente esposta nell'appartamento del Settecento, visitabile su appuntamento. La più ampia raccolta dei dipinti del Settecento sarà esposta al secondo piano del palazzo, a conclusione dei lavori di restauro architettonico, e si collega alla visita all'appartamento, fatto decorare nella seconda metà del secolo da Cornelia Costanza Barberini, in cui il rococò e le prime istanze decorative neoclassiche completano il percorso storico-artistico del palazzo.

VISITA CONSIGLIATA DAL B&B ACQUEDOTTI ANTICHI a Roma

MUSEO E GALLERIA BORGHESE

Conserva sculture, bassorilievi e mosaici antichi, nonché dipinti e sculture dal XV al XVIII secolo. La raccolta, costituita inizialmente dal cardinale Scipione Borghese all'inizio del XVII secolo, conserva capolavori di Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Raffaello, Tiziano, Correggio, Caravaggio e splendide sculture di Gian Lorenzo Bernini e del Canova.
Il nucleo più importante delle sculture e delle pitture nella Galleria Borghese risale al collezionismo del cardinale Scipione (1579-1633), figlio di Ortensia Borghese, sorella del Papa Paolo V, e di Francesco Caffarelli, ma gli eventi dei tre secoli successivi, tra perdite e acquisti, hanno lasciato notevoli tracce.

L'attenzione del cardinale Scipione era rivolta a tutte le espressioni di arte antica, rinascimentale e contemporanea, atte a rievocare una nuova età dell'oro. Non particolarmente interessato all'arte medioevale, ricercò invece, con passione, la scultura antica. Ma l'ambizione del cardinale favorì la creazione di nuove sculture e soprattutto di gruppi marmorei che fossero messi a confronto con le opere antiche.

Il ritratto di Paolina Bonaparte Borghese, eseguito dal Canova tra il 1805 e il 1808, è presente nella Villa dal 1838. Nel 1807 Camillo Borghese vende a Napoleone 154 statue, 160 busti, 170 bassorilievi, 30 colonne e vari vasi che costituiscono il fondo Borghese del Louvre. Ma già nel terzo decennio dell'Ottocento le gravi lacune sembrano colmate con nuovi materiali provenienti da recenti scavi archeologici e con opere recuperate dalle cantine e da varie altre dimore borghesiane.

La collezione dei dipinti del cardinal nepote era notevole, e già nel 1613 poeticamente descritta da Scipione Francucci. Nel 1607 il Papa aveva fatto assegnare a Scipione 107 dipinti confiscati al pittore Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino. Dell'anno successivo fu l'asportazione clandestina dalla cappella Baglioni nella chiesa di S.Francesco a Perugia e il trasporto a Roma della Deposizione di Raffaello, assegnata al cardinale Scipione con motu proprio papale.

Nel 1682 confluisce parte dell'eredità di Olimpia Aldobrandini, che includeva opere della collezione del cardinale Salviati e di Lucrezia d'Este, nella collezione Borghese.

Nel 1827 Camillo Borghese acquistò a Parigi l'importante Danae del Correggio.

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MUSEO MAXXI

 




Il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea pensata come un grande campus per la cultura. Il MAXXI è gestito da una Fondazione costituita nel luglio 2009 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed ospita due musei: il MAXXI Arte e il MAXXI Architettura.

MAXXI, the National Museum of XXI Century Arts, is the first Italian national institution devoted to contemporary creativity and conceived as a broad cultural campus. MAXXI is managed by a Foundation constituted in the July of 2009 by the Ministry for Cultural Heritage and Activities and houses two museums: MAXXI Art and MAXXI Architecture.

VIA GUIDO RENI 4
aperto tutti i giorni dal martedì alla domenica
dalle ore 11,00 alle 19,00
06-39967350







Il Museo MAXXI  si divide in 2 parti:

MAXXI ARCHITETTURA


Il MAXXI Architettura è il primo museo nazionale di architettura presente in Italia e il suo radicamento nel contesto culturale e territoriale italiano ne definisce l'identità.
Nel museo convivono due anime distinte, quella che procede verso la storicizzazione dell'architettura del XX secolo e quella contemporanea che vuole rispondere agli interrogativi del presente, interpretando le aspettative della società attuale. Museo storico e museo contemporaneo, quindi, in cui passato e attualità si intersecano, adottando di volta in volta le forme e i modi utili a sviluppare un percorso di conoscenza, ad analizzare tendenze e personalità, modelli culturali e comportamenti sociali.

Le COLLEZIONI del MAXXI Architettura (Collezioni del XX secolo, Collezioni del XXI secolo, Collezioni di Fotografia) comprendono tutti quei prodotti e documenti che, in forme diverse, rappresentano la complessità materiale e concettuale dell’architettura attraverso i suoi processi evolutivi: dalla produzione ideativa, alla realizzazione fisica, all’uso e al suo inserimento nel contesto fisico e culturale.
Carlo Scarpa, Pier Luigi Nervi, Paolo Soleri, Alessandro Anselmi, Giancarlo De Carlo, Carlo Aymonino, Superstudio, sono alcuni dei protagonisti italiani in collezione, con oltre 50.000 elaborati progettuali, 25.000 fotografie, numerosi modelli, lettere e documenti, sculture, tempere, volumi e periodici (in corso di digitalizzazione).
Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, John Davies, Mimmo Jodice, Armin Linke, Guido Guidi, Walter Niedermayr, Massimo Vitali, sono invece solo alcuni degli oltre 60 fotografi in collezione. Circa 1000 stampe di autori contemporanei: la fotografia è una linea portante del Museo di Architettura per il ruolo di medium comunicativo che essa può svolgere nella presentazione sia dell'assetto fisico dello spazio sia per l'analisi delle dinamiche che in esso si attuano.
Le collezioni sono curate e gestite dal Centro Archivi e dal Centro Fotografia del MAXXI Architettura.

Il MAXXI Architettura è museo, archivio, biblioteca e mediateca (MAXXI B.A.S.E.), ma soprattutto lo spazio fisico che vuole accogliere, coinvolgere ed avvicinare persone di tutte le età all’architettura.

Il Museo svolge attività scientifiche e divulgative; tra queste le esposizioni temporanee che offrono ai visitatori opportunità sempre diverse di fruizione e approfondimento: al piano terra, nella Galleria 1, le mostre sul XX secolo, nella Sala Carlo Scarpa le mostre di Fotografia; al primo piano, nella Galleria 2 quelle sull’architettura del XXI secolo. Dal programma culturale discendono le acquisizioni, le attività di produzione e di ricerca promosse direttamente dal museo anche in coproduzione e collaborazione con altre istituzioni.
Le attività del Museo esplorano i confini e le intersezioni della disciplina architettonica con le altre manifestazioni creative, si propongono di presentare al pubblico i nuovi linguaggi, la varietà dei problemi, la molteplicità dei soggetti, le tendenze che caratterizzano la ricerca attuale in ambito nazionale e internazionale. Tra queste i Focus che contengono le interviste sull’architettura italiana.

MAXXI ARTE

Naturalmente orientato alla creatività contemporanea, Il MAXXI Arte è e vuole essere interprete e portavoce delle sue differenti voci, consapevole che la contemporaneità ha forme diverse, radicate nel XX secolo e talvolta più indietro. Il museo è volto quindi alla promozione dell’arte giovane e alla valorizzazione di quelli che possiamo considerare i suoi maestri, ricerche che hanno mosso i loro passi nel XX secolo ma non per questo non dialogano con il XXI.

Il MAXXI Arte si presenta come un museo del contemporaneo all’interno di un’architettura fuori dagli schemi, punto di partenza per una nuova pratica museografica che rompe con il passato.
Con i suoi 13.500 metri quadri di superficie e la sua collezione, il museo di Arte rappresenta, coerentemente all’idea con cui è nato, uno spazio sperimentale che oltre alla sua collezione e all’attività espositiva propone una programmazione culturale multidisciplinare che comprende naturalmente l’arte ma anche il teatro, la danza, la musica, la moda, la grafica, il cinema, la pubblicità…
Una attività, quella del museo, che ben si sposa con la sua struttura a flussi che rende possibile una lettura non condizionata degli spazi e delle opere, un momento unico per il visitatore, invitato a scoprire una contemporaneità - che è anche temporale e spaziale - di eventi, esposizioni, performance.

Seguendo questa vocazione di apertura alla contemporaneità nelle sue diverse forme e nei suoi tempi, il MAXXI Arte ha costruito nel tempo la sua collezione grazie ad acquisti, premi, donazioni e comodati arrivando oggi a circa 300 opere con l’obiettivo di ampliare ancora il suo patrimonio per offrire al proprio pubblico uno sguardo sempre ampio e informato sulla contemporaneità nazionale e internazionale.
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MUSEO MACRO

La sede originaria del MACRO nata nel 1999 dalla riconversione e restauro dei vecchi stabilimenti della birreria Peroni, costruiti agli inizi del XX secolo in via Reggio Emilia, é stata recentemente ampliata con un importante interevento dell'architetto francese Odile Decq. La nuova ala del museo, con l’entrata all’angolo tra via Nizza e via Cagliari, crea un equilibrio dinamico, integrando la nuova struttura con l’intero isolato urbano, mettendo in dialogo il museo con la città, offrendo al pubblico e ai cittadini romani sia nuovi spazi espositivi, sia urbani, come l’ampia terrazza di 2.500 mq, il parcheggio di 161 posti auto e nuovo servizi museali, tra cui il bookshop, il ristorante MACRO138 e il MACRO cafè.
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giovedì 1 settembre 2011

CURIOSITA' ROMANE: Andrea Pozzo il mago dell'illusione

Vogliamo proporvi un itinerario particolare sulle orme del barocco romano ma con un tocco di magia, la magia della pittura di Andrea Pozzo maestro del trompe l'oeil.
 Il B&B ACQUEDOTTI ANTICHI si trova in una posizione strategica , pur non essendo in pieno centro dista 300 metri dalla fermata metro A ed è di fronte al parco dell'Appia Antica, posizione questa che coniuga relax, storia ed economicità.
Troverete le nostre offerte di soggiorno sul sito: B&B ACQUEDOTTI ANTICHI a Roma.

Andrea Pozzo è il massimo esponente del tardo barocco romano, mirabile creatore di effetti ottici di sfondamento spaziale e prospettico, con scene complesse di figure e architetture.

Nasce a Trento nel 1642 è architetto, pittore, decoratore e teorico dell'arte di fatto un artista straordinariamente versatile, fu una figura significativa del panorama artistico del XVII secolo italiano.

Tema portante di tutta l’opera dell’artista, è naturalmente la prospettiva, che «con ammirabile diletto inganna il più accorto de’ nostri sensi esteriori, ch’è l’occhio». Pozzo la declina in pittura e architettura, raggiungendo con le proprie opere l’apice di una raffinata cultura visiva del barocco, nutrita di uno sperimentalismo che coglie gli impulsi di un rinnovato fervore religioso.




AUTORITRATTO DI ANDREA POZZO


Seduto sul bordo di una mensola, padre Andrea Pozzo si ritrae mentre sta per 

cadere di sotto. Rischia, il buon gesuita, di "crollare" sul pavimento della sua 

Sant´Ignazio, chiesa di cui ha dipinto su un telo tondo la strabiliante finta 

cupola visto che quella vera era impossibile costruirla per motivi statici.

Vittima insomma lui stesso, nella finzione dell´autoritratto autoironico 

degli «inganni dell´occhio» di cui era eccelso maestro.


L’intento, non ha  volontà di stupire, bensì di rendere il più possibile verosimile 

la rappresentazione dell’infinito e del trascendente: l’inganno visivo  diviene metafora e strumento privilegiato di un’arte spiritualmente edificante.
Un’arte nella quale l’attenzione per la tecnica prospettica si amalgama con le conquiste scientifiche del XVII secolo, specie nel campo delle ‘matematiche miste’ e soprattutto dell’ottica, dove gli scienziati gesuiti offrirono un contributo determinante.

Andrea Pozzo pittore e architetto gesuita lavora e vive al Collegio romano ed insegnò ai suoi confratelli l'arte di educare ed evangelizzare attraverso le illusioni della prospettiva.
Le sue opere le possiamo ammirare in 2 chiese romane: CHIESA DEL GESU' (cappella di Sant'Ignazio da Loyola) e la CHIESA DI SANT'IGNAZIO.

Cappella S.Ignazio da Loyola
Artista: Andrea del Pozzo
Dove: Chiesa del Gesù
Realizzazione: 1696 1700
È posta nel transetto sinistro della chiesa ed è caratterizzata da una ricchezza di materiali e di decorazioni che ne fanno un esemplare capolavoro barocco. Venne progettata dal gesuita Pozzo attorno all’altare che custodisce i resti del santo poste in un urna in bronzo dorato raffigurante Sant’Ignazio e i santi della Compagnia del Gesù opera di Alessandro Algardi. La grande pala d’altare è dello stesso Pozzo, mentre i gruppi scultorei in marmo sono di Angelo de Rossi, Jean Baptiste Theodon, Bernardinio Cametti e Pierre Legros

Sempre nella Chiesa del Gesù............
Altra opera di grande fascino meno conosciuta e più nascosta, ma probabilmente ancora più sorprendente: il corridoio affrescato delle stanze di S. Ignazio.
Per ammirare questo capolavoro di prospettiva dovrete recarvi all'interno del quartier generale dei frati Gesuiti, nel palazzo adiacente alla chiesa del Gesù, e se pensate di prendervela con calma vi ricordiamo che il sito è visitabile solamente per due ore al giorno.
Per comprendere la visita è necessario fare una breve introduzione sulla storia di questo edificio e su Ignazio di Loyola, il padre fondatore della confraternita dei Gesuiti. Iñigo Lopez di loyola, come da suo nome di battesimo, fu in gioventù un valoroso soldato alla corte del re di Spagna. In seguito ad un incidente di battaglia si vide costretto ad una lunga convalescenza nel castello di famiglia, dove avendo a disposizione solo letture religiose e libri sulle vite dei santi, fece un overdose di letteratura sacra che lo portò all' illuminazione definitiva: sarebbe diventato pellegrino e missionario di Cristo. Mentre il giovane Iñigo si trova Parigi, dove raduna intorno a sè una piccola confraternita di fedeli, con la missione comune di partire da Venezia per Gerusalemme e adempiere così alla loro vocazione di missionari casti e puri scoppia una guerra tra Venezia e i Turchi e il gruppo si trovò costretto a rinunciare all'auspicato pellegrinaggio.

Ignazio a quel punto, che già aveva in mente Roma come destinazione alternativa, non si lasciò scoraggiare, e proprio a legittimizzare questa seconda scelta ebbe in apparizione Cristo nei pressi della via Cassia che gli comunicò le seguenti parole: "ti sarò propizio a Roma".
La scelta della destinazione finale divenne quindi la sede papale ed è proprio a Roma che venne dunque fondata nel 1537 la compagnia dei Gesuiti e costruita la casa di Ignazio, nel luogo dove sorge l'attuale edificio che andrete a visitare (la chiesa del Gesù venne edificata posteriormente). Diciamo attuale edificio in quanto la casa originaria del santo e della confraternita, in seguito alla morte di Ignazio nel 1555, venne profondamente danneggiata da una poco "propizia" inondazione e ne fu necessaria la ricostruzione l'anno seguente con il patrocinio del Cardinale Odoardo Farnese.
Qui troviamo una prima curiosità di carattere architettonico: le stanze dove visse Sant'Ignazio furono conservate intatte all'interno del nuovo edificio, che venne completamente ricostruito intorno ad esse secondo proporzioni decisamente più grandiose. Questo fu possibile grazie ad un complicato sistema di volte che potesse sorreggerle all'interno della nuova struttura, affinchè venissero inglobate dal successivo complesso architettonico rimanendo praticamente immutate. Per questo motivo, una volta entrati nell'edificio e dopo aver percorso il lungo corridoio e la scalinata fino all'atrio che vi introduce alle stanze, vi accorgerete di come i pavimenti delle stesse stiano molto più in alto rispetto al vostro livello e di come i soffitti siano decisamente più bassi di quelli sopra di voi.


La visita delle stanze è certamente degna di interesse, ma il motivo che vi ha portato in questo edificio, e più precisamente in cima alla scalinata è ben altro. nel 1680, quando le stanze del santo erano ormai divenute una sorta di santuario, il frate gesuita, nonchè architetto, pittore e genio della prospettiva Andrea Pozzo, decise di omaggiare la figura del santo con una sorprendente decorazione pittorica del corridoio esterno. Si dice che egli volle dipingere quelle pareti come celebrazione dell'uomo semplice che aveva vissuto in quei luoghi, ma considerata l'esuberanza e la ricchezza (stilistica e decorativa) di questo vero e proprio goiello barocco, il fasto è presente ovunque. Il corridoio è un vero e proprio viaggio nella prospettiva tridimensionale, che vi chiederà del tempo prima che possiate scorgere e apprezzare ogni singolo particolare. Anche in questo caso c'è un piccolo trucco, rappresentato dal solito punto di vista privilegiato in cui gli effetti ottici troveranno la loro piena efficacia: una rosa di marmo intarsiata nel pavimento al centro del corridoio. Sarà quello il simbolo in cui dovrete sistemarvi per lasciare poi spaziare lo sguardo su ogni dettaglio, il punto esatto in cui convergono tutte le prospettive architettoniche studiate da frate Pozzo.

Divertitevi a scoprire i putti aggrappati ai cornicioni con le loro gambette paffute che sembrano penzolare nel vuoto sopra di voi, gli angeli che danno la netta impressione di voler uscire letteralmente dalle pareti e una cappella dalle straordinarie profondità alla fine del corridoio che vi accorgerete essere solo un pannello dipinto su una parete obliqua! Spostatevi dalla rosa di marmo e noterete come le travi del soffitto, prima percepite come perfettamente dritte, siano in realtà ricurve, mentre le figure che sembravano voler uscire dagli affreschi si riveleranno profondamente distorte e allungate. Tornando al punto centrale tutto si ricomporrà nuovamente nell'illusione di uno spazio infinito e vitale, il risultato di una tecnica perfetta e innovativa che continuerà a stupirvi nei vostri continui su e giù tra gli estremi del corridoio e il rosone di marmo.

In tutto questo c'è anche un piccolo mistero. I recenti restauri del 1990 hanno infatti portato alla luce due pannelli, parte integrante degli affreschi originali, che vennero mascherati con pitture successive nel XVIII e XIX secolo. In particolare venne nascosto il pannello (l'ultimo sulla sinistra) che rappresenta senza dubbio uno degli effetti prospettici più riusciti: i due angeli che sembrano correre fuori dalla parete sotto una finta finestra. Per quale motivo solamente due porzioni vennero per così dire censurate? Fortunatamente l'eccellente restauro ci permette oggi di godere di questa opera nella sua interezza e in tutta la sua genialità, regalandoci un altro piccolo tesoro nascosto in questa meravigliosa città che non mancherà certamente di sorprendervi ancora una volta.
Le stanze di Ignazio e il corridoio di Andrea Pozzo sono visitabili dal lunedì al sabato e solamente tra le 16:00 e le 18:00





Gloria Sant'Ignazio
Artista: Andrea del Pozzo
Dove: Chiesa di Sant’Ignazio
Realizzazione: 1685 1685
Si tratta del massimo capolavoro del pittore gesuita, che qui sfruttò tutta la sua sapienza prospettica, realizzando un tipico “sfondato” barocco, che idealmente prosegue le strutture architettoniche della chiesa innalzandola fino al cielo dove viene ambientata la raffigurazione. La volta è disseminata di figure, ma centralmente si vede Cristo che irradia luce dal petto e investe sant’Ignazio, che a sua volta illumina le allegorie dei quattro continenti allora noti, evidente riferimento all’impegno missionario dell’ordine da lui fondato.
La Cupola di Sant'Ignazio
Dove: Chiesa di Sant’Ignazio
Realizzazione: 1685 1685
Nella chiesa del Collegio Romano, intitolata al fondatore dei Gesuiti, la cupola del progetto non venne mai realizzata per mancanza di fondi. In realtà, però, nell’incrocio tra la navata principale ed il transetto c’è un segno sul pavimento. Posizionandosi su di esso ed alzando gli occhi sopra di noi la cupola c’è! Si tratta di un incredibile virtuosismo prospettico su tela dipinto da padre Andrea Pozzo nel 1685.










Chiesa del Gesù
Indirizzo: Piazza del Gesù
Telefono: 06 697001
Apertura: Tutti i giorni dalle 7 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.45
Trasporti: Bus: dal B&B ACQUEDOTTI ANTICHI metro A (fermata subaugusta)si scende alla fermata di San Giovanni e poi di fronte troviamo le linee 87, 60, 84, 85,810, 850 tutte egualmente valide.
Durata Visita: 1 ora circa

La storia della chiesa è profondamente connessa alle vicende di sant’Ignazio da Loyola, a cui Paolo III concesse la chiesa di Santa Maria della Strada, al posto della quale il santo spagnolo fece erigere il Gesù. In realtà i lavori iniziarono grazie al cardinale Alessandro Farnese nel 1568, con gli architetti Vignola e Giacomo della Porta a cui si deve anche la facciata. Fu consacrata nel 1584 e fu il modello architettonico romano per oltre un secolo, esportato dai Gesuiti in tutta Europa.

Chiesa di Sant’Ignazio
Indirizzo: Via del Caravita 8/A
Telefono: 06 6794406
Apertura: Tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.20 e dalle 15 alle 19.20
Trasporti: Bus:dal B&B ACQUEDOTTI ANTICHI metro A (fermata subaugusta)si scende alla fermata di San Giovanni e poi di fronte troviamo le linee 87, 60, 84, 85,810, 850 tutte egualmente valide.
Durata Visita: 1 ora circa

Cappella del Collegio Romano, fu edificata nel 1626 al posto della cinquecentesca chiesa dell’Annunziata, troppo piccola per gli studenti, e dedicata al padre della Compagnia del Gesù, canonizzato nel 1622. A fornire il denaro necessario fu soprattutto il cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV. L’architetto fu il gesuita Orazio Grassi, sotto la supervisione di Carlo Maderno, ma la chiesa rimase priva della cupola al posto della quale un altro gesuita, Andrea Pozzo, creò la decorazione illusionistica che ne finge una (1685).

Andrea Pozzo: Roma vi stupirà sempre!





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