Nella capitale, ai Musei Capitolini, l'universo di un titano dell'arte di tutti i tempi.
MICHELANGELO
Fino al 14 settembre 2014 ai MUSEI CAPITOLINI
La dimensione universale di Michelangelo raccontata per temi contrapposti: corpo e spirito, buio e luce, tempo umano ed eternità. Sono questi alcuni degli ambiti su cui si snoda il percorso espositivo della mostra che ai Musei Capitolini racconta in 156 opere la vita e l'arte del grande maestro. Fino al 14 settembre è possibile ammirare meraviglie della statuaria come il Bruto del Bargello o la Madonna della Scala di Casa Buonarroti e il Cristo Redentore di Bassano Romano.
Michelangelo Buonarroti morì nella sua casa in via Macel dè Corvi a Roma il 18 febbraio 1564, non troppo distante dal Campidoglio. In occasione del 450° anniversario della sua scomparsa, proprio in Piazza del Campidoglio, che il suo genio ha reso unica, ai Musei Capitolini una mostra scientificamente ineccepibile propone un percorso attraverso "scintille, echi e riverberi" di una figura titanica che non si finisce mai di ammirare e studiare.
"Michelangelo, incontrare un artista universale" è il titolo dell'esposizione ideata dalla soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini, pensata per dare l'opportunità di avvicinarsi al mondo interiore e spirituale del grande maestro. 156 opere tra scultura, pittura, architettura e poesia ci fanno entrare in contatto con gli aspetti più profondi dell'universo di questo artista, in grado di cambiare stravolgere l'arte italiana e internazionale. Nove sezioni affrontano tematiche in contrapposizione come: corpo e spirito, notte e il giorno, l'amore celeste e terreno, tempo umano ed eternità, fino a moderno e antico, binomio quest'ultimo che sintetizza anche il percorso di vita e di ricerca del grande maestro svoltosi a cavallo di due secoli e di due città. Infatti, a Firenze Michelangelo si forma a contatto con l'arte del trecento e del quattrocento, quella che innescò lo slancio verso il pieno Rinascimento, ma è a Roma che avviene l'incontro con l'arte classica, nel pieno della sua maturità artistica, e ciò comporterà una mutazione poetica fondamentale.
La prima sezione dell'esposizione si apre con la grande statuaria, posta nella Sala degli Orazi e Curiazi, questa si affaccia sulla Piazza del Campidoglio, che il Buonarroti rivoluzionò ponendo al centro la statua equestre del Marco Aurelio, mentre in epoca antica le statue equestri erano ai lati, come ha ricordato il sindaco di Roma Ignazio Marino, presente all'inaugurazione. Entrando nella sala si è colpiti dalla maestosità del Cristo Redentore rinvenuto a Bassano Romano, opera incompiuta di Michelangelo che rimanda alla versione definitiva conservata nella Chiesa della Minerva. Lo splendido Bruto del Bargello, opera politica del Buonarroti realizzata appena giunto a Roma, che incarna l'anima del vero tirranicida esprimendo fierezza e determinazione, è posto al centro fra due modelli ispiratori: il Bruto dei Musei Capitolini e il Caracalla dei Vaticani. Arriva poi La Madonna della Scala, prestito della Fondazione Buonarroti, che Michelangelo realizzò quando aveva solo 15 anni, esempio della tensione verso la ricerca del bello, che lo guidò negli anni giovanili. "E' la prima volta che vediamo insieme questi capolavori, una grande occasione di studio e confronto", ha spiegato Cristina Acidini.
Il percorso della mostra prosegue poi indagando le altre dimensioni della molteplice personalità artistica. Modellini architettonici, studi per la cupola di San Pietro e stupendi disegni con figure della Cappella Sistina, ci mettono davanti all'eclettismo del grande maestro, alla ricerca della salvezza dell'anima negli ultimi anni di vita, con riflessioni sul tempo umano ed eterno. Nel percorso espositivo si incontrano così i rimandi alle Cappelle Medicee, alla Sagrestia Nova per le quali realizzò il capolavoro delle Allegorie del Tempo, insieme a molti documenti.
(cit.La Repubblica)
Musei Capitolini
Fino al 14 settembre 2014
Martedì-domenica 9.00-20.00
La biglietteria chiude un'ora prima
Chiuso lunedì
Michelangelo Buonarroti morì nella sua casa in via Macel dè Corvi a Roma il 18 febbraio 1564, non troppo distante dal Campidoglio. In occasione del 450° anniversario della sua scomparsa, proprio in Piazza del Campidoglio, che il suo genio ha reso unica, ai Musei Capitolini una mostra scientificamente ineccepibile propone un percorso attraverso "scintille, echi e riverberi" di una figura titanica che non si finisce mai di ammirare e studiare.
"Michelangelo, incontrare un artista universale" è il titolo dell'esposizione ideata dalla soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini, pensata per dare l'opportunità di avvicinarsi al mondo interiore e spirituale del grande maestro. 156 opere tra scultura, pittura, architettura e poesia ci fanno entrare in contatto con gli aspetti più profondi dell'universo di questo artista, in grado di cambiare stravolgere l'arte italiana e internazionale. Nove sezioni affrontano tematiche in contrapposizione come: corpo e spirito, notte e il giorno, l'amore celeste e terreno, tempo umano ed eternità, fino a moderno e antico, binomio quest'ultimo che sintetizza anche il percorso di vita e di ricerca del grande maestro svoltosi a cavallo di due secoli e di due città. Infatti, a Firenze Michelangelo si forma a contatto con l'arte del trecento e del quattrocento, quella che innescò lo slancio verso il pieno Rinascimento, ma è a Roma che avviene l'incontro con l'arte classica, nel pieno della sua maturità artistica, e ciò comporterà una mutazione poetica fondamentale.
La prima sezione dell'esposizione si apre con la grande statuaria, posta nella Sala degli Orazi e Curiazi, questa si affaccia sulla Piazza del Campidoglio, che il Buonarroti rivoluzionò ponendo al centro la statua equestre del Marco Aurelio, mentre in epoca antica le statue equestri erano ai lati, come ha ricordato il sindaco di Roma Ignazio Marino, presente all'inaugurazione. Entrando nella sala si è colpiti dalla maestosità del Cristo Redentore rinvenuto a Bassano Romano, opera incompiuta di Michelangelo che rimanda alla versione definitiva conservata nella Chiesa della Minerva. Lo splendido Bruto del Bargello, opera politica del Buonarroti realizzata appena giunto a Roma, che incarna l'anima del vero tirranicida esprimendo fierezza e determinazione, è posto al centro fra due modelli ispiratori: il Bruto dei Musei Capitolini e il Caracalla dei Vaticani. Arriva poi La Madonna della Scala, prestito della Fondazione Buonarroti, che Michelangelo realizzò quando aveva solo 15 anni, esempio della tensione verso la ricerca del bello, che lo guidò negli anni giovanili. "E' la prima volta che vediamo insieme questi capolavori, una grande occasione di studio e confronto", ha spiegato Cristina Acidini.
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